Banca Generali ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 67,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 140,1 milioni dell’anno scorso. Le masse totali, informa una nota, hanno registrato un incremento del 9% su base annuale a 43,6 miliardi e del 5% da inizio anno; la raccolta netta è cresciuta del 30% a 2,9 miliardi e il total capital ratio si è attestato al 16,0%.
Banca Generali ha inoltre approvato il bilancio di sostenibilità, con un Vag (valore aggiunto globale) a 661,5 milioni.
Il direttore generale del gruppo, Gian Maria Mossa, è soddisfatto. «Un semestre difficile», ha detto, «per le condizioni dei mercati ma dove siamo orgogliosi del grande lavoro fatto al fianco della clientela e nello sviluppo di strumenti innovativi.
I nuovi picchi raggiunti nella raccolta, nelle masse e nella solidità della banca confermano il forte riscontro al ruolo della banca come punto di riferimento all’avanguardia nella protezione dei patrimoni e della famiglia attraverso una consulenza su misura per la clientela affluent e private. Il focus nella tecnologia e l’evoluzione dei processi interni con la recente riorganizzazione ci rende ancor più veloci e competitivi nell’affrontare le sfide per la seconda parte dell’anno dove siamo fiduciosi di poter raggiungere nuovi traguardi importanti».
Banca Generali, dunque, ha confermato l’andamento dei conti del primo trimestre, appesantito dal calo delle commissioni di performance. Da rilevare che i profitti del secondo trimestre dell’anno sono saliti del 29%, a 37,9 milioni, rispetto al primo.
La raccolta resta, comunque, a livelli record. Nonostante il contesto di mercato sia risultato più critico e complesso rispetto a quello del corrispondente periodo 2015, la banca del gruppo Generali ha messo a segno i risultati migliori di sempre sul fronte commerciale (+30% la raccolta a 2,9 miliardi) e nella crescita delle masse gestite e amministrate (+9% rispetto a giugno 2015 e +5% da inizio anno a 43,6 miliardi).
È migliorata anche l’attività principale della banca, con le commissioni di gestione (management fees) in rialzo del 6% a un nuovo massimo di 237,1 milioni. Il margine d’intermediazione si è attestato a 202 milioni (296,2 milioni nello scorso esercizio). La variazione, spiega la banca, rispecchia l’andamento differente delle commissioni di performance, così come la normalizzazione dell’attività di trading e il definitivo esaurirsi delle operazioni di rifinanziamento promosse dalla Bce (Ltro). Al netto di queste variabili, il risultato evidenzierebbe un sensibile rafforzamento dei ricavi core, passati dal 57% del totale dello scorso anno al 78% del 2016.
Il direttore generale, Gian Maria Mossa, ha affermato che per quest’anno la banca punta a una raccolta netta complessiva di 4-4,5 miliardi con oltre 3 miliardi di afflussi verso prodotti gestiti.
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