L’economia mondiale è tormentata: il rallentamento dell’economia cinese e il crollo dei prezzi delle materie prime hanno deteriorato i fondamentali dei paesi dell’Africa sub-sahariana. Dalla crisi del 2008, la crescita non è mai stata così debole: 3,4% nel 2015 e 2,6% nel 2016, secondo le previsioni Coface.
I paesi esportatori di materie prime sono stati spinti a mettere in atto rapidamente misure per far fronte a rischi esterni crescenti. Molti di questi paesi hanno cercato di mantenere stabile il tasso di cambio rispetto al dollaro, ma senza grandi successi, tanto erano forti le pressioni al ribasso. Tanti hanno preferito ridurre le spese per limitare il peggioramento delle finanze pubbliche. La persistenza di queste crisi porta ad una continua fragilità, con profonde ripercussioni strutturali. Tuttavia, malgrado forti disparità all’interno del continente, i consumi privati potrebbero a medio termine far diventare questi paesi più redditizi.
I consumi privati, la via d’uscita?
Tra i 55 paesi analizzati, 15 possiedono le condizioni necessarie ad una crescita dei consumi: Gabon, Botswana, Namibia, Sudafrica, Nigeria, Etiopia, Costa D’Avorio, Mozambico, Tanzania, Senegal, Rep. Democratica del Congo, Ghana, Kenya, Ruanda, Angola. Due i criteri determinanti: demografia e capacità dei consumi delle famiglie – scelti per classificare ciascun paese in base al punteggio.
- La demografia permette di comprendere il potenziale di un mercato in base alla dimensione. Nel 2025 la popolazione urbana dell’Africa sub-sahariana supererà il 50% della popolazione totale, grazie a un reddito pro capite più elevato e infrastrutture che favoriscono i consumi. Il ratio di dipendenza in base all’età[1], sebbene ancora elevato, dovrebbe diminuire nei prossimi dieci anni. Questi paesi presentano un interesse economico maggiore, in particolare quelli più popolati, come la Nigeria, con 182 milioni di abitanti nel 2015. Le Nazioni Unite prevedono che nel 2025 il numero di abitanti in Africa sub-sahariana raggiungerà 1,2 miliardi.
- I criteri economici utilizzati per la classifica valutano la capacità di consumo delle famiglie attraverso il consumo finale pro capite nel 2014, la crescita media annua del PIL nel periodo 2015-2025 e il livello del PIL pro capite stimato nel 2025, indicatori della salute dei paesi a medio termine.
Per i quindici mercati promettenti, il punteggio combinato demografico/economico è superiore o uguale a 40/100. Il gruppo include i principali esportatori di petrolio (Gabon, Nigeria, Angola) e numerosi esportatori di altre materie prime (Botswana, Namibia, Ghana, Sudafrica), in particolare i minerali.
Nigeria, Angola, Ghana e Sudafrica: buone opportunità per le imprese della distribuzione e dell’ICT
- La distribuzione continua a crescere nonostante le difficoltà congiunturali, offrendo prospettive importanti di crescita in volume. L’arricchimento della popolazione potrebbe favorire i consumi di prodotti a maggiore valore aggiunto. Anche lo sviluppo delle infrastrutture della distribuzione gioca un ruolo chiave, come per il Sudafrica, al sesto posto a livello mondiale per numero di centri commerciali (2000).
- Le ICT possiedono un grande potenziale in termini di quote di mercato da conquistare: il tasso di installazioni delle popolazioni è ancora relativamente scarso anche se l’offerta dei servizi accessibili da cellulare aumenta rapidamente. Inoltre, queste nuove tecnologie rappresentano una fonte maggiore di diversificazione dell’economia.
La traiettoria di crescita dell’Africa sub-sahariana potrebbe essere frenata dalle crisi economiche, dai problemi politici o di governo, ma questi fattori non metteranno a repentaglio le prospettive positive a medio termine.