di Teresa Campo
Tre torri e un Rasoio nella strategia immobiliare di Unipol a Milano. Con centinaia di milioni di investimenti nell’arco dei prossimi tre anni e la voglia di contribuire al nuovo skyline della città. I progetti della compagnia assicurativa bolognese sono infatti ambiziosi: è previsto il pieno recupero dei gioielli più importanti dell’ex patrimonio Ligresti a Milano, a cominciare della Torre Galfa, operazione annunciata qualche mese fa, e ora anche della Torre Velasca.
Ma l’intervento riguarda anche la modernissima area di Porta Nuova, dove dai Ligresti il gruppo ha ereditato altri due asset significativi anche se in questo momento in condizioni poco accattivanti: il cosiddetto Rasoio, struttura mai completata (esiste solo lo scheletro in cemento armato, che è stato coperto in occasione dell’Expo), e soprattutto l’area definita Bucone, il vero pezzo forte. Qui, come fa capire il nome, per ora non c’è nulla; è lo spazio dove sorgerà la nuova sede direzionale di Unipola Milano. Già pronto il progetto di una torre «un po’ più piccola rispetto ai grattacieli di Generali, Allianz, Unicredit», spiega Gian Luca Santi, direttore generale per l’immobiliare e le società diversificate diUnipolSai, «ma sempre di grande fascino e in grado di ospitare 2.500 persone». I dettagli sono per ora top secret; si sa che ci vorranno tre anni per completare il progetto, di cui nove mesi per lo svolgimento delle pratiche amministrative e la preparazione delle gare per gli appalti.
Tempi molto più brevi ovviamente per il Rasoio, che è solo da ripensare.
L’edificio è in una posizione favorevole, quindi, una volta completato e valorizzato, ben si presterà per l’utilizzo a uffici, da affittare e non da vendere perché, come gli altri asset di questo pacchetto, è destinato e rimanere nel patrimonio immobiliare di Unipol. L’intero progetto di recupero sarà terminato nel giro di un anno e mezzo.
Quanto al resto, ora in primo piano c’è la riqualificazione della Torre Velasca, partita con un’iniziativa di riposizionamento strategico più che di intervento edilizio. Poco prima del disseto finanziario del loro gruppo i Ligresti avevano più volte tentato di vendere l’edificio, senza riuscirci, per una cifra intorno ai 100 milioni di euro. A pesare negativamente sull’operazione erano le condizioni non ottimali dello stabile (almeno alla luce dei moderni standard richiesti per le strutture direzionali) e un posizionamento un po’ decentrato rispetto a quello che era il cuore finanziario di Milano, ossia l’area intorno a Piazza Cordusio. In pochi anni in quadro è però del tutto cambiato, aprendo nuove possibilità. «La Torre Velasca», spiega Santi, «è uno dei nostri trophy asset e da tempo necessitava di essere ripensato e rilanciato. Per ora abbiamo iniziato col restituire alla città la piazza sotto la torre, che per l’intero periodo dell’Expo torna a vivere mediante la realizzazione di Opening Velasca». Sotto la struttura metallica realizzata per l’appoggio dei futuri ponteggi è stato infatti realizzato un nuovo giardino urbano, trasformando un luogo di frenetico passaggio in uno spazio di sosta e relax. All’interno è stato invece aperto uno spazio espositivo, inaugurato con la mostra Torre Velasca – Storia, architettura e design, che espone foto, disegni e oggetti originali della torre, emblema dell’innovazione nella Milano degli anni 50. Completa l’iniziativa l’allestimento del piano attico della torre con elementi del design italiano, visitabile e utilizzabile anche per eventi, da dove si può vivere l’emozione di abitare in un appartamento storico ed esclusivo. Il progetto di riqualificazione dell’edificio, soggetto a vincoli della Sovrintendenza ai beni artistici e culturali, invece è ancora da definire, ma l’obiettivo è comunque di concludere i lavori nei prossimi dodici mesi. L’idea è mantenere sempre una parte destinata a uffici e il resto ad abitazioni private, entrambe da affittare.
Infine la Torre Galfa. I lavori di ristrutturazione inizieranno nel gennaio 2016 e saranno ultimati a fine 2017, per un investimento complessivo di circa 100 milioni. «Nel giro di tre anni contiamo quindi di portare a termine tutti i progetti», conclude Santi. «Naturalmente il patrimonio immobiliare milanese di Unipol, inclusi quello ex Ligresti, è enorme. Siamo partiti dagli asset più significativi, e si parla comunque di oltre 50 mila metri quadrati complessivi, ma anche più adatti a essere collocati in questa fase di mercato». Il patrimonio real estate del gruppo assicurativo è del resto enorme, per un valore di 4,5 miliardi di euro, così come intensa è l’attività nel settore: di recente ha siglato un contratto di locazione (il più importante sulla piazza milanese) con Nielsen. (riproduzione riservata)