di Geoff Cutmore Cnbc
«Non prevedo alcun particolare contagio provocato dalla crisi greca sugli altri Paesi dell’Eurozona e sui mercati finora ho visto della paura ma non un vero panico». Moritz Kraemer, managing director e chief rating officer di Standard & Poor’s, sembra paradossalmente gettare un po’ di acqua sul fuoco all’indomani del taglio del rating sul debito sovrano della Grecia da CCC a CCC- operato ieri dall’agenzia internazionale.
Domani.
S&P ha di nuovo tagliato il rating sulla Grecia. Che cosa succederà nel caso, che appare scontato, Atene non rimborsi il Fmi?
Risposta. Il rating CCC- attribuito alla Grecia è già il livello più basso della nostra scala. Il Paese non è comunque paragonabile a un individuo che non paga il mutuo. La situazione è differente, nelle procedure di bancarotta non esiste infatti l’insolvenza. Se la Grecia non dovesse pagare, come tutti si aspettano, in realtà non succederebbe nulla di particolare. Il creditore principale, ossia il Fondo salva-Stati Efsf, potrebbe chiedere il pagamento di tutti i suoi prestiti, ma non avrebbe alcun senso perché la Grecia non ha i soldi per pagare questo debito. Non effettuare il pagamento dunque non cambierà le cose. Il programma però termina oggi (ieri per chi legge, ndr) a mezzanotte e quindi, se anche ad Atene dovessero cambiare idea e accettare l’offerta dei creditori, il rimborso non sarebbe più legalmente possibile.
D. Che futuro ha l’economia greca?
R. L’anno scorso, dopo sei anni di recessione, ci aspettavamo una crescita del pil dell’0,8%, mentre ora per quest’anno prevediamo un altro calo di tre o quattro punti percentuali. Ciò però dipenderà da come e con quali tempistiche si toglierà il blocco ai prelievi in banca e ai trasferimenti di capitali, dunque per la fine dell’anno i dati potrebbero essere perfino peggiori. Rimuovere il blocco sui capitali risulta molto difficile; per esempio, a Cipro sono stati tolti soltanto lo scorso aprile, ben due anni dopo la loro introduzione.
D. Il vostro taglio del rating dimostra che Tsipras non è la giusta risposta politica per la Grecia?
R. Probabilmente sì, perché da febbraio a oggi non abbiamo notato alcun progresso. Abbiamo assistito a un conflitto con i creditori che ha portato al congelamento della trattativa, oltre che al ritorno in recessione. Le mosse di Tsipras indicano che per lui l’unità del partito Syriza è più importante di tutto il resto.
D. Che posizione avete al momento rispetto al rating di Italia e Spagna?
R. In questo momento non stiamo rivedendo i nostri giudizi su questi due Paesi; pensiamo l’effetto-contagio sarà trascurabile e che anche la reazione dei mercati non sarà traumatica. Non prevediamo insomma uno scenario in cui il Movimento 5 Stelle in Italia o Podemus in Spagna arrivino al punto in cui è arrivata Syriza in Grecia. Il ritorno alla recessione e il peggioramento della crisi sociale non rappresentano di certo un modello per gli altri Paesi. In questo momento stiamo guardando soltanto alla Grecia e non pensiamo affatto che i rating possano subito un contagio, in quanto il problema è molto concentrato nel Paese ellenico e non riguarda affatto l’intera Eurozona.
D. Però sui mercati in Italia, Portogallo e Spagna le banche sono sotto pressione…
R. Sì, un po’ di paura c’è, ma il panico è un’altra cosa. Il mercato si è mosso in modo piuttosto misurato, basta guardare i tassi di cambio o i rendimenti dei bond governativi; non ho notato nulla che possa segnalare un panico diffuso da «fuori tutti». Secondo me non ci sarà un effetto-domino dalla Grecia agli altri Paesi dell’Eurozona.
D. Che cosa potrà fare la Banca Centrale Europea dopo il referendum indetto dal governo Tsipras in Grecia?
R. Se dal referendum uscirà un no all’accordo con i creditori, la situazione si farà molto dura. Bisogna capire quali saranno gli ulteriori spazi di negoziazione, perché non si potrà non tenere conto del voto di 11 milioni di cittadini greci. Si può comunque già dire che in quel caso il blocco sui capitali sarà probabilmente prolungato.
D. State riconsiderando i rischi per le banche che sono esposte verso la Grecia?
R. Sì, lo stiamo facendo per tutti gli istituti finanziari e siamo arrivati alla conclusione che, ad eccezione delle banche greche, non ci sarà alcuna conseguenza sui rating delle banche europee. Se il mercato riesce a reggere il default, non ci sarà alcun pericolo. (riproduzione riservata)