In un sinistro derivante da circolazione, la domanda di risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, proposta dal danneggiato nei confronti del soggetto responsabile, comprende necessariamente tutte le voci che compongono il danno ed in particolare il lucro cessante, anche se non contiene alcuna precisazione in tal senso; infatti, la domanda stessa, per la sua onnicomprensività, esprime la volontà di riferirsi a ogni possibile voce di danno
Il danno non patrimoniale va liquidato in modo unitario e senza procedere a duplicazioni risarcitorie, ma occorre che, nella conclusiva valutazione unitaria, siano comprese tutte le componenti che determinano la consistenza del danno: quindi non solo le lesioni e le sofferenze fisiche (danno biologico), ma anche la sofferenza morale, il dolore psichico, l’eventuale pregiudizio alla vita di relazione, le menomazioni al pieno godimento dei rapporti affettivi e familiari, e così via), evitando solo che sia attribuito più volte il risarcimento in relazione al medesimo atteggiarsi del danno, sulla base di distinzioni puramente nominali fra l’uno e l’altro.
Se la tabella a cui il giudice ha fatto riferimento per la liquidazione dei danni biologici tiene conto anche delle ulteriori componenti del danno non patrimoniale sopra indicate così come avviene per attuali tabelle approvate dal Tribunale di Milano, la somma conseguentemente attribuita può ritenersi onnicomprensiva del danno biologico e delle sofferenze morali, senza ulteriori aggiunte: ferma restando la necessità di procedere all’ulteriore adeguamento, in relazione agli opportuni criteri di personalizzazione, eventualmente richiesti dal caso concreto.
Qualora per contro la liquidazione del giudice di merito faccia riferimento a principi o a valori tabellari diversi, elaborati con esclusivo riferimento al danno biologico e tali da non comprendere le altre componenti del danno non patrimoniale, è incongrua la motivazione che liquidi il danno alla salute con l’impiego di tabelle diverse da quelle di Milano, senza renderne nota la provenienza e senza tenere conto di tutte le componenti che concorrono a configurare il danno non patrimoniale in tutti i suoi aspetti rilevanti e meritevoli di compensazione risarcitoria, fra cui in particolare i danni consistenti nelle sofferenze morali.
Cassazione civile sez. III, 10/04/2015 n. 7193