di Claudia Cervini
Mentre ha già avviato ufficialmente la revisione della governance (alcune sorprese potrebbero già arrivare in occasione del consiglio di sorveglianza della prossima settimana), Intesa Sanpaolo procede nel piano di rafforzamento del management nelle aree del private banking e delle assicurazioni.
Dopo le nomine di martedì, ieri il cda di Fideuram-Intesa SanpaoloPrivate Banking, banca della Ca’ de Sass specializzata nella consulenza finanziaria e nella gestione del risparmio, ha nominato Matteo Colafrancesco presidente, Franca Cirri Fignagnani vicepresidente e Paolo Molesini (già capo della divisione private banking del gruppo Intesa Sanpao) ad e dg della società. Contestualmente Nicola Maria Fioravanti ha assunto la guida della divisione Insurance del gruppo Intesa Sanpaolo subentrando ad Antonio Nucci. Fioravanti ha assunto anche il coordinamento gestionale delle società controllate Intesa Sanpaolo Vita (di cui resta alla guida), Fideuram Vita (che resta affidata a Fabio Cubelli), Intesa Sanpaolo Assicura (al cui vertice rimane Alessandro Scarfò) e Intesa Sanpaolo Life (che resta affidata a Massimo Camusso). Le nomine sono arrivate in due comparti-chiave per il gruppo che sono stati recentemente riorganizzati con l’obiettivo di raggiungere nell’arco del piano d’impresa 3,4 miliardi di ricavi, con un aumento del 26% della componente relativa alle commissioni.
Per quanto riguarda il private banking (Fideuram conta oltre 187 miliardi di masse in gestione) le nomine sono arrivate a conclusione della riorganizzazione della divisione private banking di Intesa Sanpaolo nell’ambito della quale l’assemblea straordinaria del 22 giugno scorso aveva deliberato la modifica della denominazione sociale da Banca Fideuram a Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking, in forma abbreviata Fideuram spa.
Ieri è stata anche l’occasione per il ceo e consigliere delegato Carlo Messina di fare il punto sia sul trend del risparmio gestito sia sull’appeal della banca per gli investitori. «Abbiamo in essere oltre 300 miliardi di crediti a famiglie e imprese e la nostra raccolta, in termini di depositi e risparmio gestito per conto della nostra clientela, supera gli 850 miliardi; siamo un parametro di riferimento dell’economia del Paese», ha spiegato ieri Messina al convegno Start City promosso dall’Anci e da Ambrosetti. «Nel complesso, negli ultimi mesi rilevanti investitori internazionali hanno investito 7,5 miliardi nell’azionariato della banca. Come valore di borsa siamo passati da 25 a 55 miliardi». A margine del convegno il ceo ha poi aggiunto che le proposte elaborate dal cds verranno sottoposte all’assemblea. (riproduzione riservata)