di Luciano Mondellini
Il consiglio di amministrazione di PartnerRe ha detto un’altra volta no a Exor nonostante la holding di casa Agnelli l’altroieri abbia migliorato l’offerta per comprare il gruppo di riassicurazione nordamericano. Nel particolareExor ha ampliato «la garanzia giuridicamente vincolante per il completamento dell’operazione» alla controllante Exor Spa invece che solo a Exor Nv, ovvero la controllata olandese.
PartnerRe ha tuttavia affermato in una nota che «le modifiche limitate dell’offerta rivista di Exor non affrontano i rischi e le incertezze di fondo e continua a ritenere che l’offerta di Exor pone rischi elevati e inaccettabili, mentre sottovalutano grandemente la società». PartnerRe ha inoltre indicato che «le società di Exor non sono in grado di costringere Exor e la famiglia Agnelli a richiedere le approvazioni normative e quindi la garanzia della capogruppo è insufficiente». Inoltre il cda della compagnia di riassicurazione con base alle Bermuda ha spiegato nella nota di «ritenere che Exor si indebiterebbe molto a seguito dell’acquisizione di PartnerRe». Di conseguenza, ha concluso la nota, «il cda di PartnerRe continua ad esortare i propri azionisti in possesso di azioni ordinarie e privilegiate a votare per il progetto di fusione con Axis all’assemblea del 24 luglio» che si terrà alle Bermuda.
Bisogna ricordare che Exor ha offerto 6,8 miliardi di dollari per il 100% di PartnerRe (la holding già detiene il 9,8%). L’investimento rappresenterebbe il terzo pilastro per la holding dopo Fca e Cnh Industrial per più di una ragione. In primo luogo perché darebbe a Exor una forte presenza nel settore finanziario diversificando la natura industriale di Fca e Cnh Industrial . In seconda istanza sarebbe un investimento quasi indipendente dal ciclo in un portafoglio in cui Fca ha una fortissima dipendenza dalle dinamiche economiche mentreCnh Industrial , sebbene ciclica in misura inferiore, è legata in ogni modo alle oscillazioni dell’economia internazionale. (riproduzione riservata)