di Manuel Follis e Giuliano Castagneto
L’inizio della giornata non prometteva niente di buono. Nel suo intervento all’Europarlamento, il premier greco Alexis Tsipras si era espresso contro le istituzioni europee in modo tale da riscuotere gli applausi delle opposizioni euroscettiche. «La Grecia», ha dichiarato, «è diventata negli ultimi anni un laboratorio per l’esperimento dell’austerità.
Ma bisogna ammettere che questo esperimento è fallito». E ha aggiunto: «I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, ma sono stati dati per salvare le banche europee e greche». Applausi dalla destra e dalla sinistra dell’aula, muto il centro dell’emiciclo dove si trovano popolari, liberali e socialisti che fanno parte della coalizione di maggioranza. Salvo poi replicare, per bocca del leader del Ppe, Manfred Weber, il quale ha detto a Tsipras che «con il referendum lei ha distrutto la fiducia in Europa», aggiungendo: «Lei ha un bilancio catastrofico, non rappresenta la speranza».
Toni che suonavano quasi come l’epitaffio di qualsiasi possibilità di accordo tra Atene e i creditori. Ma nel prosieguo dell’intervento i toni sono a poco a poco cambiati e in giornata sono emersi elementi che a poco a poco hanno ridato fiducia ai mercati. Ha continuato infatti Tsipras di fronte agli eurodeputati: «Invieremo la nostra richiesta (di un nuovo piano di sostegno, ndr) all’Esm.
Speriamo di poter raggiungere un accordo». Come concordato martedì sera all’Eurogruppo e all’Eurosummit. «Abbiamo bisogno di un programma completo per la crescita. Senza la crescita la Grecia non sarà in grado di uscire da questa crisi. Per questo abbiamo bisogno di un accordo», ha spiegato. Un’intesa basata su un programma di riforme, sempre a detta di Tsipras, «credibile e concreto». Lo stesso premier ha ribadito la volontà di abolire le baby pensioni, che non hanno avuto un ruolo marginale nel mandare all’aria i conti pubblici della Grecia.
In un documento recapitato al presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e al direttore del Fondo Esm, Klaus Regling, il nuovo ministro delle Finanze ellenico, Euclid Tsakalotos, ha scritto che Atene intende «onorare pienamente e nei tempi previsti tutte le sue obbligazioni verso i suoi creditori», aggiungendo che spera di pagare anche i 3,5 miliardi di titoli di Stato detenuti dalla Bce in scadenza il 20 luglio.
Nella richiesta inviata all’Esm di un pacchetto di salvataggio di tre anni, che sostituisce quella inviata la scorsa settimana in cui si prevedeva un programma su due anni, il governo ellenico si è impegnato a mettere in campo alcune riforme richieste dai creditori internazionali entro l’inizio della prossima settimana.
Lo stesso Fondo Salva Stati ha confermato di avere ricevuto la richiesta.
Dalla proposta di Atene, visionata dal Wall Street Journal, è emerso che il governo comincerà ad attuare alcune misure su tasse e pensioni anche se non ne sono indicati i dettagli. La scadenza per le misure specifiche, ha fatto sapere la Ue, è fissata per la mezzanotte di oggi.
Il cambiamento di tono da parte del governo Tsipras ha notevolmente aiutato i mercati a riprendersi dalle batoste di inizio settimana. Nelle giornate di lunedì e martedì Piazza Affari, per esempio, ha perso 39 miliardi di capitalizzazione, il 5,8%, ma nella giornata di ieri ha messo a segno un rimbalzo del 2,6%. Ancora una volta l’oscillazione del listino milanese è stata molto più accentuata rispetto a quella degli altri mercati, anch’essi comunque in recupero, ma in modo meno pronunciato. Parigi ha recuperato lo 0,75%, Francoforte lo 0,66% e Londra lo 0,9%. La performance di Milano è stata in gran parte determinata dal restringimento dello spread tra Btp e Bund. Contrariamente a quanto accaduto nei primi giorni della settimana, ieri il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi si è ridotto di 10 punti base, una variazione non di poco conto. La reazione composta dei mercati obbligazionari al referendum greco riflette un paio di possibili fattori, secondo Kenneth Orchard, gestore di fondi obbligazionari Europa per T. Rowe Price (770 miliardi di dollari circa in gestione). «Primo, suggerisce che gli investitori avevano probabilmente assunto una posizione difensiva in vista del referendum». In secondo luogo, «la reazione debole dei mercati indica che gli operatori continuano ad aspettarsi un intervento della Bce nel caso le tensioni finanziarie dovessero aumentare».
Il ritorno di una certa fiducia sui mercati dei bond, e il restringimento dello spread, non ha mancato di riflettersi sui prezzi dei titoli delle banche italiane, prova ne sia che il rialzo più forte è stato ottenuto da Banca Mps (+5,8%), l’istituto più esposto a Bot e Btp, mentre Mediobanca, una delle banche meno esposte, è quello che ha guadagnato di meno, il 3,2%. Anche l’euro si è leggermente ripreso nei confronti del dollaro, che ieri ha toccato un massimo intraday a 10,91 dopo che martedì era sceso sotto la barriera di 1,10 dollari. A questo punto si attendono i dettagli del programma di riforme del governo di Atene. Ieri i mercati hanno dato una sorta di apertura di credito all’esecutivo Tsipras. Ma domina la cautela. Tanto che diversi analisti, tra cui quelli d Ubs Wealth management, assegnano alla Grexit una probabilità tra il 50 e il 60%. Mentre in serata è giunta la notizia che le banche greche resteranno chiuse fino a lunedì 13 luglio. (riproduzione riservata)