di Anna Messia
La banca non si vende più, ma il suo amministratore delegato ha deciso di cedere alle lusinghe dei concorrenti. Ieri, proprio all’indomani della decisione di Banca Carige di non cedere più la controllata Cesare Ponti, istituto dedicato al private banking, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sono arrivate le dimissioni di Andrea Ragaini, da 13 anni al timone di Banca Cesare Ponti.
La sua destinazione sarà il gruppo Generali, in particolare Banca Generali, dove Ragaini sarebbe stato chiamato per assumere la responsabilità della divisione private relationship manager. Si tratta, in pratica, dell’area della banca guidata da Piermario Motta che coordina oltre 50 private banker (i quali complessivamente hanno in gestione oltre 4 miliardi di euro). Mentre resta a Domenico Del Borrello l’altra divisione di Banca Generaliche si occupa invece di coordinare i private banker promotori finanziari, che gestiscono circa 13 miliardi.
Il contributo di Ragaini alla crescita di Banca Generali potrà essere decisamente importante, considerando la sua esperienza nel settore. Vicepresidente di Aipb (l’Associazione italiana dei private banker), il manager è entrato venti anni fa nella banca ligure e nel 2002 è stato nominato amministratore delegato, assumendo anche la gestione dei 40 private banker con circa 2,5 miliardi di euro in gestione. Negli ultimi anni all’incarico in Cesare Ponti aveva poi affiancato anche quello di responsabile della divisione private di Carige, cui fanno capo complessivamente 7 miliardi di asset, con un centinaio di private banker.
Se Carige, come comunicato martedì dall’istituto, non intende più cedere Banca Cesare Ponti (le trattative avviante da tempo con Banca Finnat sono state congelate), ma ha anzi intenzione di rafforzarla, dovrà quindi prendere presto le contromisure per evitare che troppi private banker seguano il manager. Anche perché Ragaini, oltre all’incarico di responsabile della divisione Private relationship manager, sembra destinato ad avere anche un altro ruolo in Banca Generali. Il condirettore generale Gian Maria Mossa starebbe infatti lavorando all’avvio di una nuova direzione di wealth management della banca dedicata ai servizi per la clientela top, a partire per esempio dal servizio di advisory, e Ragaini dovrebbe assumerne il coordinamento a supporto dei consulenti e dei private banker di tutta la banca. Proprio ieri, intanto, Banca Generali ha comunicato i dati di raccolta di giugno, pari a 354 milioni di euro, mostrando una lieve diminuzione rispetto al mese di maggio (435 milioni). In particolare, 147 milioni provengono dalla rete Banca Generali (1,28 miliardi da inizio anno) mentre i restanti 207 milioni arrivano da Banca Generali Private Banking (956 milioni di euro da inizio anno). «L’incertezza e la volatilità che hanno caratterizzato le ultime settimane», ha dichiarato Motta, «ha avvicinato ulteriormente i nostri consulenti e i risparmiatori, accompagnandoli nelle scelte di diversificazione e nell’advisory ai portafogli». Da inizio anno la raccolta è pari complessivamente a 2,236 miliardi di euro (rispetto ai 2,315 miliardi del primo semestre dello scorso anno), con i prodotti gestiti che a giugno si sono attestati a 266 milioni. È quindi molto probabile che l’obiettivo 2015 fissato dalla società a inizio anno, pari a 2,5 miliardi di euro, venga a breve alzato, tanto più dopo le importanti operazioni di reclutamento avviate. (riproduzione riservata)