Cibi contaminati da ritirare dal commercio; automobili e prodotti di consumo da richiamare in fabbrica perché difettosi o pericolosi; atti di terrorismo; eventi climatici sempre più volatili e imprevedibili: sono soltanto alcuni degli scenari di rischio che sempre più frequentemente minacciano nel mondo i business delle imprese, costringendo i risk manager, dirigenti responsabili della gestione dei rischi negli organigrammi dei vertici aziendali, ad affrontare situazioni di crisi spesse volte inedite. A questi scenari, e alle soluzioni concrete sia per coprire preventivamente i nuovi rischi, sia per gestire le crisi aziendali quando gli eventi avversi si verificano, l’Associazione Nazionale dei Risk Manager (ANRA) e Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) hanno dedicato un workshop dal titolo “Hot topics: Crisis Management e Weather Risk… Nuovi rischi, nuovi scenari. Quali risposte?” che si è svolto a Milano.
CIBI CONTAMINATI E RICHIAMO PRODOTTI
Molti ricordano le mozzarelle blu o il prosciutto a rischio di infezioni alimentari, casi di ritiro dalla vendita accompagnati dal clamore delle cronache. Ma gli “alert” notificati al mercato dalle autorità europee sono moltissimi, 87 in media all’anno dal 2009. E nel 2015 gli allarmi risultano in crescita, con 33 segnalazioni nei soli primi quattro mesi.
Christof Bentele, responsabile global crisis management di AGCS, ha elencato i costi e descritto gli scenari delle crisi in cui rischiano di precipitare le aziende costrette a richiamare o ritirare un prodotto alimentare contaminato per cause accidentali o dolose, portando quindi al dibattito le soluzioni assicurative e di gestione della crisi che AGCS offre alle imprese. Non soltanto per i cibi e gli alimenti, ma per tutti i prodotti oggetto di “recall” (richiamo) da parte dei produttori sia perché risultano pericolosi, o soltanto difettosi.
Bentele ha fatto anche l’esempio dell’automotive, un’industria e un mercato dove non è infrequente il richiamo di serie di modelli per i quali sono stati riscontrati malfunzionamenti, anche pericolosi per le persone o le cose, dovuti a componenti o parti difettose o inadeguate.
Tra le cause crisi aziendali il responsabile di AGCS ha indicato anche il terrorismo, rischio concentrato principalmente in 5 Paesi (Afghanistan, Iraq, Siria, Nigeria e Pakistan) ma cresciuto del 54% nel resto del mondo nel 2013.
RISCHIO CLIMATICO
Molti settori dell’economia, come energia, dettaglio, alimentazione, turismo, costruzioni, trasporti, sono sensibili ai mutamenti del clima quanto o persino più di quanto non lo siano ai tassi di interesse o alle fluttuazioni dei cambi. Si stima che il 70% delle aziende siano esposte a “seri rischi meteorologici”, un dato sinora sottovalutato. Per esempio il costo di ritardi dovuti al meteo per le imprese di autotrasporti negli USA ammonta a 3,5 miliardi di dollari all’anno.
Gestione del rischio meteorologico, ha spiegato Dan Tomlinson, managing director di Allianz Risk Transfer, significa gestione dei rischi finanziari che sono direttamente o indirettamente legati al verificarsi di un evento meteo osservabile o alla variabilità di un indice meteo misurabile: “Sostanzialmente non è necessario alcun danno fisico perché avvenga un pagamento, a differenza di quanto avviene per i prodotti assicurativi tradizionali.
Questo tipo di prodotti si basa sull’uso di dati meteo – temperatura, precipitazioni, nevicate e vento – come riferimento per gli indici di rischio”.
Le relazioni e il dibattito sono stati introdotti dagli interventi di Andreas Berger, AGCS board of management – chief regions & markets officer, di Patrick Thiels, regional Ceo Mediterranean France e Benelux AGCS, di Giorgio Bidoli, country manager AGCS Italy, e di Angela Rebecchi, head of market management AGCS Italy.