Standard & Poor’s stima che se gli assicuratori allocassero il 3% degli asset in gestione ai progetti di infrastrutture nei prossimi 20 anni, al posto dell’attuale 2%, diventerebbero 80 i mld di dollari all’anno investiti in questo ambito.

L’interesse delle compagnie, particolarmente di quelle vita, per questi progetti, si spiega con il fatto che questi investimenti, grazie alla loro maturità nel lungo termine e agli attraenti rendimenti, possono essere inseriti tra le passività.

S&P parla di un rendimento dell’ordine del 4%-5% per le obblligazioni quotate di progetti di infrastrutture, rispetto a meno del 3% per i bond governativi.

Alcuni gruppi, come Axa, Allianz o CNP non nascono l’interesse per questi asset, non correlati con i mercati finanziari.

Inoltre si tratta di progetti poco rischiosi: S&P ha rilevato solo 34 progetti falliti su 510 dal 1991 (tasso di fallimento inferiore all’1,5%). Inoltre questi progetti presentano un  recovery rate elevato in caso di fallimento, dell’ordine del 75%.