di Paola Valentini
Non si arresta il boom del risparmio gestito, che nel solo primo semestre 2014 ha messo a segno una raccolta netta molto vicina a quella di tutto il 2013, già ai massimi dal 2000. In base alle statistiche pubblicate da Assogestioni, il mese di giugno si è chiuso con una raccolta netta di 13,8 miliardi di euro, il doppio rispetto ai 7,1 miliardi di maggio, un dato che porta il totale dei primi sei mesi dell’anno a quota 57,4 miliardi rispetto ai 62,5 miliardi dell’intero 2013.
A questo risultato hanno contribuito soprattutto i fondi aperti, che con un saldo di 7,3 miliardi (6,1 miliardi a maggio) hanno registrato l’ottavo mese di raccolta positiva (in tutto 92 miliardi). Da inizio anno a fine giugno la raccolta dei fondi aperti è stata pari a 41,8 miliardi, solo 5 miliardi in meno rispetto alla raccolta di tutto il 2013 (46,5 miliardi).
Positivi a giugno anche i mandati istituzionali (+5,8 miliardi, in forte crescita rispetto ai 246 milioni di maggio) e le gestioni di portafoglio retail (+744 milioni rispetto ai +686 milioni di maggio). Il patrimonio complessivamente gestito dall’industria è salito così a quota 1.456 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico grazie all’andamento positivo della raccolta e all’effetto performance. Il 54,5% delle masse, circa 794 miliardi, è rappresentato dalle gestioni di portafoglio mentre il 45,5%, circa 662 miliardi, è investito nelle gestioni collettive, con i fondi aperti che fanno la parte del leone avendo raggiunto asset pari a 620 miliardi.
Osservando nel dettaglio i fondi aperti, i prodotti di diritto italiano hanno messo a segno una raccolta positiva di oltre 3,8 miliardi di euro. Segno positivo anche per i fondi esteri che hanno totalizzato 3,4 miliardi. Quanto alle categorie, i fondi flessibili (+4 miliardi) si posizionano in cima alle preferenze dei sottoscrittori, segno che i risparmiatori nell’incertezza dei mercati preferiscono affidarsi ai gestori scegliendo strumenti che consentono ai money manager di spaziare liberamente tra bond, azioni, valute e le altre asset class. Positiva, ma inferiore, la raccolta dei prodotti obbligazionari (+1,5 miliardi), seguono i fondi hedge (+911 milioni), gli azionari (+690 milioni) e i bilanciati (+390 milioni).
Il dato sugli azionari è interessante perché negli ultimi mesi c’è stato un ritorno di interesse da parte degli investitori in fondi per questi prodotti, mentre è diminuito l’interesse per i bilanciati che per un lungo periodo hanno raccolto a piene mani. Tanto che, guardando al saldo da inizio anno, i flussi sugli azionari (3,47 miliardi) hanno superato, seppur di poco, quelli sui bilanciati (3,44 miliardi).
Quanto alle singole società di gestione, a raccogliere di più nel mese è stato il gruppo Intesa Sanpaolo (3,45 miliardi), seguito da Pioneer (2 miliardi), da Iccrea (1,6 miliardi) e da Poste Italiane (1,1 miliardi). Tra gli esteri sul podio c’è Invesco con un bilancio di 616 milioni (un dato che ha fatto salire gli asset del gruppo riferiti all’Italia a 13,2 miliardi), Schroders (364 milioni) e JP Morgan Asset Management (264 milioni). Tra gli altri big esteri Franklin Templeton ha chiuso il mese con un saldo negativo (-166 milioni), ma con un patrimonio gestito di 26,9 miliardi resta comunque il primo operatore internazionale nei fondi aperti in Italia.
Tra le società del risparmio gestito quotate, Anima ha raccolto 466 milioni, Azimut 450 milioni e il gruppo Mediolanum384 milioni. Gli eccellenti risultati di raccolta hanno avuto un conseguente impatto positivo sui titoli in borsa: Banca Generali ha guadagnato il 3,75%, Mediolanum il 2,5% e Azimut l’1,4%. Solo Anima ha terminato la seduta praticamente invariata. (riproduzione riservata)