La crisi spinge il fenomeno delle frodi, con l’Rc auto tra i settori più colpiti. Quest’ultimo si trova così a dover fare i conti con sinistri in calo in tutta Italia, ma con costi dei premi ancora elevati. Un problema sempre più sentito e che rischia di frenare ulteriormente la già debole ripresa, tanto che la procura di Napoli prevede di lanciare una task force contro le truffe assicurative. Mentre l’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) propone alcune soluzioni, che vanno dall’installazione a bordo della scatola nera a termini più ampi a disposizione delle compagnie per liquidare i sinistri in presenza di un sospetto di frode.
Incidenti in calo, ma premi restano elevati. Secondo il report «Truffe assicurative in Italia: analisi socio economica e possibili rimedi», curato da Maurizio De Dominicis, avvocato specializzato in diritto delle assicurazioni e dall’agenzia Think Tanks, presentato in occasione del convegno «Legalità e questione sociale: rischi e costi dei fenomeni fraudolenti» promosso a Napoli da Msc Crociere, le truffe rappresentano una piaga che continua ad affliggere l’Italia. Sulla spinta anche della crisi che negli ultimi anni ha contribuito ad aumentare le attività illecite. Il settore più coinvolto è quello assicurativo, con l’Rc auto in primis. Secondo i dati di Ania, in Italia ci sono 43,5 milioni di veicoli assicurati, anche se «c’è una differenza tra le tariffe tra nord e sud perché è diverso il rischio di sinistri: a Napoli è del 10%, mentre la media italiana è del 6%», sottolinea Vittorio Verdone, direttore centrale auto, distribuzione e consumatori dell’Associazione. Mentre i sinistri risarciti sono 3,7 milioni, per un valore complessivo di 15 miliardi di euro. In base a un’analisi territoriale realizzata dall’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) in tutte le città capoluogo di provincia in Italia, inoltre, nel biennio 2012-2013 il numero di incidenti è diminuito di oltre il 10%, con la miglior performance messa a segno da Napoli, dove si è ridotto di un terzo. Un calo dettato in primo luogo dalla congiuntura economica sfavorevole, che induce le persone a ricorrere all’auto in misura minore rispetto al passato, ma anche per effetto di norme più severe, a cominciare dal decreto legge concorrenza del 2012 che ha introdotto l’obbligo di accertamenti medici strumentali anche per chi sostiene di aver subito lesioni lievi (per esempio il «colpo di frusta») senza i quali non si ha diritto ad alcun risarcimento. Peccato, però, che meno incidenti corrispondano solo a un leggero calo delle tariffe assicurative. Secondo dati Ania, il prezzo medio delle polizze Rc auto è sceso di 40 euro negli ultimi due anni (tra marzo 2012 e marzo 2014) ovvero del 10% circa. Il costo della responsabilità civile per le vetture è però di 410 euro in media, un livello che resta di molto superiore rispetto ai principali paesi europei (nei quali i costi si aggirano in media attorno ai 250 euro secondo dati Ivass).
Le frodi spingono i prezzi. Colpa delle truffe che «non solo in Italia costituiscono da sempre un elemento perturbativo grave dell’attività assicurativa», osserva Verdone. «L’assicurazione Rc auto è la più permeabile per la sua diffusione. Il 14% dei sinistri è fortemente indiziato di frode». In base ai dati della Relazione annuale Ivass, gli incidenti a rischio frode sono passati dai 400 mila del 2012 ai 460 mila del 2013, mentre gli imbrogli scoperti sono passati da 232 mila a 235 mila. Le meno virtuose si confermano le regioni del Sud dove quasi un sinistro su quattro è a rischio truffa. «I costi dei premi assicurativi», sottolinea De Dominicis, «sono troppo alti a causa delle attività speculative, ma è un circolo vizioso: si froda perché si ritiene elevato il costo dei premi assicurativi, si alzano i costi dei premi assicurativi perché si froda. Il truffatore ritiene di arrecare un danno alla compagnia assicurativa e non alla collettività, eppure per pagare tale frode la compagnia assicurativa attinge da un fondo rischi che tutti gli assicurati rimpinguano pagando le polizze».
Le potenziali soluzioni. Un problema che aggiunge dunque un ulteriore tassello a sfavore della già debole ripresa e che rappresenta ormai una priorità a livello istituzionale. Tanto che, nella Procura di Napoli, si è deciso di dar vita a una sezione che si occuperà di truffe assicurative. Mentre entro il 2015 entrerà a pieno regime la banca dati unica anti-frode del mercato Rc auto. Il progetto, chiamato Aia, ha interconnesso finora cinque banche dati (Motorizzazione civile, Ania, Pra, Consap, Ivass), con l’obiettivo di fornire entro il prossimo anno un indicatore della probabilità di frode su ogni sinistro denunciato. Iniziative che andrebbero affiancate anche da «un’operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell’attività illecita», commenta Verdone.
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