di Mauro Romano
Mentre il debito pubblico italiano a maggio si è incrementato di altri 20 miliardi attestandosi al livello record di 2.166,3 miliardi, al Senato si discute sul decreto competitività. Il Partito democratico ha presentato oltre 400 emendamenti al provvedimento del governo. Due dei più significativi riguardano i costi delle assicurazioni che dovrebbero essere parificati da Nord a Sud per gli automobilisti virtuosi.
Si tratta di riconoscere una tariffa che premi chi non ha denunciato incidenti negli ultimi cinque anni e soprattutto il divieto per le assicurazioni di «offrire tariffe diverse a parità di parametri territoriali e personali». Misura su cui tuttavia, in audizione la scorsa settimana, l’Ivass aveva ricordato come nel calcolare i rischi le assicurazioni tengano presente una serie di fattori che non si limitano al solo automobilista. Intanto oggi le commissioni Industria e Territorio scremeranno gli oltre 1.500 emedamenti pervenuti. Ieri invece i senatori democratici hanno illustrato le loro modifiche al provvedimento che pone tra gli altri obiettivi il rilancio della crescita e il sostegno alle piccole e medie imprese con misure per tagliare il costo dell’energia e favorire forme alternative di finanziamento. In primo piano tra le modifiche ci sono quelle che allungano i tempi di erogazione degli incentivi al fotovoltaico, che passano da 20 a 24 anni per gli impianti sopra i 200 Kw. Una misura contro cui si è espresso il mondo delle rinnovabili e per la quale ora si propone una soluzione ponte che indicizzi gli incentivi ai prezzi di mercato dell’energia elettrica. Un’altra ipotesi prevede tre scaglioni nella riduzione dei rendimenti con aliquote a 3% per gli impianti da 200 a 500 Kw; al 4,5% tra i 500Kw e 1 Mw; al 6% sopra 1 Mw. In alternativa si parla di cartolarizzare gli incentivi o di ampliamento della Robin Hood Tax. Il Pd ha inoltre presentato emendamenti «soppressivi» dell’articolo che regola l’anatocismo. (riproduzione riservata)