L’integrazione tra la sanità pubblica e quella privata passa attraverso i fondi sanitari integrativi. Ma quale può essere il modello da adottare? Nel panorama della sanità integrativa italiana, l’accordo di convenzione sottoscritto alla fine dello scorso anno tra Cadiprof e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Aoui) può rappresentare senza dubbio una strada da percorrere su scala nazionale. Si tratta della prima sinergia in Italia tra una struttura del Ssn e un fondo di assistenza sanitaria integrativa di matrice contrattuale: un innovativo modello a sostegno alla spesa sanitaria pubblica, che prevede l’afflusso di risorse dalla Cassa (soggetto privato) a una struttura del Servizio sanitario nazionale, nell’interesse di una specifica fascia di popolazione rappresentata dai lavoratori degli studi professionali. «Il protocollo sottoscritto con l’Azienda ospedaliera di Verona segna uno spartiacque nel dialogo tra i fondi sanitari integrativi e il servizio sanitario pubblico», sottolinea il presidente di Cadiprof, Gaetano Stella. «Abbiamo trovato la massima disponibilità della struttura pubblica a sviluppare un progetto di eccellenza che consente di contribuire fattivamente alle politiche della prevenzione sul territorio con prestazioni ad alto profilo sanitario e nello stesso tempo al miglioramento delle entrate delle strutture sanitarie. Il programma di prevenzione biennale può quindi rappresentare un modello vincente e il nostro auspicio è che si possa estendere ad altre realtà».
E i numeri danno ragione alla strategia messa in atto dalla Cassa e dall’Aoui di Verona. Secondo i primi dati resi noti da Cadiprof, il programma di sperimentazione di prevenzione sanitaria attivato nel territorio veronese ha finora coinvolto 140 studi professionali e oltre 730 dipendenti per un numero di adesioni che sfiora quota 90. L’intervento della Cassa ha permesso la copertura di una serie di prestazioni che vanno dal check up di base alla prevenzione del rischio cardiovascolare e oncologico per un valore complessivo che si aggira intorno ai 20 mila euro. «Si tratta di un concreto aiuto ai dipendenti iscritti alla Cassa veronesi e non solo» commenta Stella. «In un momento difficile per l’economia delle famiglie, Cadiprof mantiene l’impegno di alleggerire la spesa sanitaria attraverso un modello di welfare contrattuale innovativo».