L’atteso incontro tra Anapa, Sna, Unapass e ANIA si è svolto martedì scorso presso la sede dell’Associazione delle imprese.
L’incontro ha approfondito gli spazi per mantenere aperto un tavolo di trattativa sull’Ana dopo il provvedimento Antitrust e le proposte per il salvataggio del fondo pensione agenti.
Secondo Minucci, l’Antitrust non ha rafforzato la tutela del mondo agenziale con il suo provvedimento.
Aldo Minucci, coadiuvato dal Presidente della Commissione Distribuzione, Franco Ellena, ha evidenziato tutti i rischi insiti nel recente provvedimento emanato dall’Antitrust che incide sulla stessa sopravvivenza della contrattazione collettiva.
Infatti, tra gli impegni assunti dalle compagnie, considerati vincolanti dall’Autorità, figurano anche quelli di trasporre gli istituti a contenuto economico dell’ANA negli accordi integrativi.
Ciò rappresenterebbe una demolizione definitiva della contrattazione collettiva sulla quale emerge la necessità di un approfondimento e sulla quale tutte le tre associazioni di categoria si sono dette disposte ad accogliere uno studio di tipo più tecnico-giuridico.
Anche chi inizialmente si è battuto per questa istruttoria ha dovuto, quindi, ammettere il rischio concreto che si è venuto a creare.
Strettamente connesso al tema della sopravvivenza della contrattazione collettiva è quello del salvataggio del Fondo Pensione Agenti che proprio nell’ANA 1974 trova la sua fonte istitutiva, e la cui vulnerabilità dell’accordo ne mina la sopravvivenza, almeno nella sua configurazione attuale.
“L’istituto cardine diventa proprio l’Ana – ha detto Franco Ellena – che è fonte costitutiva del Fondo stesso. Se non esistesse più l’Ana non esisterebbe più nemmeno il Fondo Pensione Agenti“.
La volontà di salvare il Fpa è stata considerata da Ania prioritaria.
Sul fondo pensione agenti Ania ha proposto alle parti sociali la sua disponibilità a contribuire con l’importo di 16 milioni di euro su un disavanzo prospettico di oltre 700 milioni di euro.
A questa somma corrispondono tagli medi dell’ordine del 40% a carico dei pensionati e di un medesimo 40% a carico delle riserve degli iscritti attivi, che vedrebbero così preservato al 60% la cosiddetta dotazione iniziale. Il tutto presuppone, inoltre, la trasformazione del Fondo in regime “a contribuzione definita” e la garanzia dell’impegno paritetico delle compagnie alla contribuzione futura.
Una proposta che secondo le parti sociali richiede un’ulteriore riflessione, sebbene i tempi siano ristretti, visto che il piano dovrà essere presentato a Covip, presumibilmente entro il mese di settembre, per evitare, appunto, il commissariamento.