Il nuovo 703, il decreto che regolerà gli investimenti delle casse privatizzate, la normativa europea in continua evoluzione. Sono questi i tre punti cardine della rivoluzione previdenziale presentata durante l’evento dello scorso 8 luglio organizzato da Assogestioni.
A presentare le novità contenute nel nuovo decreto sui criteri e i limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti di interessi di prossima pubblicazione, ci ha pensato Gian Paolo Ruggiero, Dirigente Direzione IV del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha sottolineato come il nuovo 703 conterrà un’articolata declinazione del principio della persona prudente, permettendo il superamento dell’approccio attuale, basato esclusivamente su limiti quantitativi, e prestando maggiore attenzione ad aspetti di natura qualitativa.
Con il nuovo decreto, infatti, saranno consentite, in linea di principio, tutte le operazioni di investimento ed escluse solo quelle espressamente vietate.
“C’è una forte attesa per la pubblicazione del nuovo decreto 703, che regolerà gli investimenti delle forme di previdenza complementare” ha spiegato Sonia Maffei, Direttore del Settore Previdenza e Immobiliare di Assogestioni. “Ma il momento è propizio per una ‘rivoluzione previdenziale’ anche per altri motivi”.
In particolare, secondo Maffei, non è da sottovalutare il dato emerso dalla relazione Covip: “leggiamo un aumento delle adesioni, seppure piccolo, che però va inquadrato all’interno del nostro mercato della previdenza complementare, molto diverso da altri Paesi in cui il settore ha alle spalle una storia ben più lunga” spiega il Direttore del Settore Previdenza e Immobiliare di Assogestioni. “Con gli interventi previsti, anche a livello europeo, sulla ridefinizione e sul rilancio dei prodotti di previdenza complementare nonché del ruolo dei fondi pensioni come investitori istituzionali di lungo periodo, una boccata d’ossigeno al settore arriverà”.
Ma l’evento, che ha visto la partecipazione di Raffaele Capuano, Direttore Generale COVIP; Bernard Delbecque, Director of Economics and Research Efama; Jonathan Lipkin, Director of Public Policy IMA;Marco Piacenti, Direzione Legislazione Tributaria Uff. V Ministero dell’Economia e delle Finanze; Gian Paolo Ruggiero, Dirigente Direzione IV Ministero dell’Economia e delle Finanze, e che ha portato ad un confronto, in occasione della tavola rotonda “Gestori, Fondi e Casse: finanziamento dell’economia reale e sostenibilità dei rendimenti. Quale futuro per la previdenza integrativa in Italia?”, tra Oreste Auleta, Responsabile Gestioni individuali, Wrapping & Product Management Eurizon Capital; Paolo Casadonte, Senior Institutional Sales Pioneer Investments; Marina Gatti, Responsabile Clienti Istituzionali BNP Paribas IP; Giuseppe Pagliarani, Presidente Comitato Tecnico Assofondipensione e Sergio Slavec, Segretario Generale Fondo FASC, ha messo anche in luce l’importante ruolo giocato dalla componente immobiliare.
In questa fase l’investimento immobiliare è presente nel patrimonio dei fondi pensione solo con una quota de 3%, dal momento che più del 50% del portafoglio di questi strumenti è investito in titoli di stato, il 16% in titoli di capitale e l’11% in altri titoli di debito. Nel caso degli enti previdenziali, invece, i valori cambiano notevolmente dal momento che la componente immobiliare sale al 21%.
Cifre, queste, che hanno spinto Ruggiero a chiedere al mondo dei fondi di porre maggiore attenzione al peso degli investimenti immobiliari e di pianificare una strategia di lungo termine. Posizione condivisa anche da Sonia Maffei, che spera in un incremento della parte di investimento immobiliare indiretto, “cioè effettuato per il tramite di un gestore specializzato come le Sgr: una scelta importante perché le Sgr garantiscono affidabilità ed elevate professionalità”, ha concluso il Direttore del Settore Previdenza e Immobiliare di Assogestioni.