Lo scorso 26 giugno, il cda della Fondazione ha approvato il bilancio consuntivo 2013, all’interno del quale sono riportati, tra gli altri, i dati riguardanti le prestazioni pensionistiche erogate da Enasarco. Queste ultime, è bene ricordarlo, sono integrative rispetto a quelle erogate dall’Inps e costituiscono il cosiddetto «secondo pilastro» previdenziale per la categoria degli agenti e dei rappresentanti di commercio.
Nel grafico 1 (prestazioni Ivs in pagamento al 31/12/2013) sono riportate la distribuzione percentuale delle pensioni (secondo lo «schema Ivs»: invalidità, inabilità, vecchiaia e superstiti) in pagamento al 31 dicembre e la relativa spesa sostenuta dalla Fondazione. Nello schema, la composizione percentuale del numero di pensioni erogate e della spesa pensionistica rimane la stessa rispetto al 2012. L’onere maggiore scaturisce dalle prestazioni di vecchiaia, circa il 74% erogato in favore del 62% degli iscritti in quiescenza, mentre la spesa per le pensioni ai superstiti, rappresentando il 23%, incide per il 34% dei pensionati; il rimanente 3% copre la spesa per le pensioni d’invalidità e inabilità. Nell’ultimo quinquennio, il numero delle pensioni complessivamente erogate è passato da 111.688 a 122.168 (119.561 nel 2012). La spesa, calcolata moltiplicando per 13 gli importi erogati al 31 dicembre, nel 2012 è stata complessivamente pari a 871,3 milioni di euro e nel 2013 è salita a 893,9 milioni di euro, con un aumento del 2,6%. L’importo medio di pensione riconosciuto, senza fare distinzione per tipologia, è costante rispetto al 2012, il numero delle prestazioni erogate s’incrementa del 2%. La spesa per le pensioni di vecchiaia è aumentata del 3% per effetto delle nuove pensioni accese nel corso del 2013; rimane costante l’incremento del 2% delle pensioni ai superstiti mentre diminuisce la spesa (-5%) per quelle d’invalidità e inabilità. Per quanto riguarda la distribuzione per sesso del numero di pensioni in godimento, rispetto alle diverse tipologie di pensione, la composizione rimane invariata negli anni: la quota di pensioni di vecchiaia destinata alle donne è pari al 13%, mentre, rispetto al complesso dei trattamenti, la quota femminile è pari al 41% del totale, grazie al peso delle pensioni di reversibilità, dove per il 97% sono beneficiarie le donne; il 12% delle prestazioni pagate per invalidità e inabilità va a beneficiari donne. L’incidenza della spesa complessiva per beneficiari donne pesa complessivamente per il 28%, costante rispetto al 2012. In riferimento alla spesa per le pensioni ai superstiti la quota delle pensioni di reversibilità prevalentemente femminili, grava per il 98%, lasciando quote più basse per le altre tipologie di prestazione: l’8% per le pensioni di vecchiaia, il 7% per le pensioni di invalidità e inabilità. Nel 2013 l’età media di pensionamento si colloca intorno a 66 anni per gli uomini e 63 anni per le donne, per effetto della modifica del requisito di accesso alla pensione in vigore dal 1° gennaio 2012; in generale, l’età media è aumentata negli anni per tutte le tipologie di prestazione, più per le pensioni di vecchiaia poiché non sono più erogati i trattamenti di vecchiaia anticipati dal 2006. Il numero medio di anni di contribuzione, pari a 29 anni per la totalità dei pensionati e a 22 anni per le pensionate, indica carriere lavorative brevi e piuttosto discontinue. L’anzianità contributiva media delle cosiddette prime liquidazioni di vecchiaia per gli uomini si è innalzata a 30 anni mentre per le donne a 25. Rispetto agli anni precedenti l’incremento dell’anzianità contributiva è stato maggiore per gli uomini che per le donne. Nel 2013 l’importo medio annuo delle pensioni di vecchiaia è pari a circa 8.800 euro: circa 5.500 euro per le donne e 9.250 euro per gli uomini. Minori appaiono gli importi delle pensioni d’invalidità e inabilità e delle pensioni ai superstiti: quelle d’invalidità e inabilità ammontano a circa 2.500 euro per le donne e 4.800 per gli uomini, anche questa tipologia stabile rispetto lo scorso anno. L’importo medio di pensione ai superstiti è circa 5.000 euro per le donne e 2.350 euro per gli uomini, costante rispetto allo scorso anno.
Se si pone attenzione alla distribuzione del numero di pensioni erogate in riferimento all’importo della rata mensile percepita, si nota che complessivamente circa 87% dei beneficiari percepisce una rata che si attesta al di sotto di 1.000 euro. Per le pensioni di vecchiaia la distribuzione dei beneficiari vede valorizzare anche le classi d’importo superiori a 1.000 euro. Infatti, il 10,5% percepisce una rata compresa tra 1.000 e 1.500 euro e più del 7,4% percepisce una pensione superiore a 1.500 euro. Per osservare la differenza tra i sessi, si evidenzia che tra coloro che percepiscono una pensione di vecchiaia per un importo prossimo ai 1.000 euro, la frequenza degli uomini si attesta all’80%, quella delle donne sale al 95%. Le prestazioni per invalidità permanente come pure quelle ai superstiti presentano importi inferiori rispetto alle pensioni di vecchiaia, buona parte dei beneficiari, circa il 74%, percepisce in media una rata di pensione mensile prossima ai 500 euro. Se si confrontano le pensioni in vigore con le nuove liquidate, gli importi di queste ultime sono in media (uomini e donne) inferiori a quelli dell’insieme delle pensioni già erogate per il complesso dei trattamenti pensionistici, circa 4.200 euro. L’indicatore che misura l’effetto sulla spesa dell’entrata di nuove pensioni, il cosiddetto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, con riferimento al complesso dei trattamenti, si attesta intorno a un valore ridotto, pari al 3%. Il numero dei pensionati contribuenti, coloro che continuano a svolgere la professione dopo il pensionamento, è stato a fine 2013 pari a 8.899 unità, corrispondente a un tasso di attività di circa il 7% (pensionati contribuenti/titolari di pensione di vecchiaia). L’indice di pensionamento, ossia il rapporto fra attivi e pensionati, è pari a due: indica dunque che per ogni pensionato ci sono due attivi. Il grado di copertura statistico delle entrate contributive previdenziali, rispetto alla spesa totale per pensioni, è pari a 0,97 per il 2013.