Mediobanca accelera sulla riforma della governance, in vista del rinnovo del cda a ottobre e i soci sono al lavoro sulla riforma del patto. Mentre Vincent Bolloré fa un primo passo sulla strada che può portarlo fino all’8% del capitale e arrotonda la propria quota dal 6 al 6,46%. Il finanziere francese il mese scorso ha esercitato in modo parziale la facoltà che gli consente di salire fino all’8% nel patto, dopo che è rimasto il solo socio estero a seguito del passo indietro di Groupama.
La sua presenza è ora al 6,46% e la quota complessiva del capitale dell’istituto vincolata si è portata di conseguenza al 30,51%. Tornando al cda, scenderà dagli attuali 21 a 17-18 membri, per adeguarsi in anticipo rispetto al 2017 ai nuovi dettami di Bankitalia e per nominare così coi nuovi criteri il board in scadenza all’assemblea di ottobre. Proprio in vista del rinnovo completo del consiglio non è stato cooptato alcun rappresentante di Fininvest, dopo le dimissioni presentate da Pier Silvio Berlusconi. Sulle modifiche dell’accordo parasociale con l’abolizione delle classi di soci (bancari, industriali ed esteri) i tempi per l’adeguamento dello statuto rischiano di essere più lunghi. Ma già nella riunione del patto fissata per il 16 luglio potrebbe esserci un primo esame della bozza di riforma che influenzerà anche gli equilibri di rappresentanza degli azionisti all’interno del board. Venerdì 4 è arrivata poi la conferma che i coefficienti patrimoniali di Basilea 3 sono in linea con le stime, oltre il 10%, come anticipato dall’ad Alberto Nagel lo scorso maggio in occasione della trimestrale.
Allora non era stato possibile comunicare i coefficienti in attesa di chiarimenti sui criteri di calcolo da parte di Bankitalia, che ha autorizzato Piazzetta Cuccia a ponderare al 370% la propria partecipazione del 13,24% in Generali a fine trimestre. Il Core Equity Tier1 fully phased è pari al 10,9%, mentre quello phase-in al 10,3%, con un total capital pari al 12,1%. Gli attivi ponderati per il rischio sono di 58,41 miliardi, di cui 9,63 relativi alla quota in Generali. Un contributo a migliorare, di 60 punti base, gli indici è arrivato dal rimborso dei prestiti ibridi per 750 milioni da parte di UnipolSai avvenuto dopo il 31 marzo. (riproduzione riservata)