di Andrea Pira
Moderati, ma i segnali di ripresa per il 2014 ci sono e si accompagnano a un’attenuazione della contrazione dei finanziamenti alle imprese manifatturiere e dei servizi. Nella giornata politica segnata dallo scontro tra Matteo Renzi e Beppe Grillo per il mancato incontro tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, tra l’allarme dal blog pentastellato di derive dittatoriali «a norma di legge» e dall’altra esortazioni a scrivere nero su bianco, e non enunciare soltanto a parole, i punti su cui l’opposizione dell’M5S è pronta a votare e discutere con la maggioranza, barlumi di ripresa emergono dal documento di Banca d’Italia sull’economia delle regioni italiana nel 2013.
I segnali che fanno ben sperare, sottolinea tuttavia Via Nazionale, sono «ancora differenziati tra le diverse aree». Ripartono le attività nelle regioni centro-settentrionali, ma ancora la ripresa non si è estesa al Sud, perché l’area è meno aperta agli scambi internazionali. L’anno passato le esportazioni sono infatti calate nel Meridione. Sono rimaste invariate nelle regioni centrali e sono aumentate al Nord. Il 2013 è tuttavia stato caratterizzato da una flessione generale del pil, sebbene in modo eterogeneo. Più accentuata nel Mezzogiorno al -4% contro il -2,9 del 2012, a -1,8 al Centro, dove l’anno prima si era segnato un -2,5%. In calo dell’1,5 e dello 0,6 nel Nordest e nel Nordovest. Una spaccatura che emerge anche dal dato sulla disoccupazione: cresciuto di 2,5 punti percentuali nel Meridione fino a quota 19,7% e di 1,1 punti al Centronord.
E che si riflette anche sui prestiti bancari la cui flessione nel 2013 è stata più marcata nel Nordovest (-4,4), meno nel Mezzogiorno, con un calo del 2,6. Ed è nelle regioni del Sud e del Nordest che si intravedono i primi segnali di miglioramento nelle politiche di offerta del credito (riproduzione riservata)