Si è tenuta ieri, presso la sede ANIA di Roma, una riunione del Consiglio Generale del Forum ANIA – Consumatori ( www.forumaniaconsumatori.it ),   fondazione che ha lo scopo di facilitare e rendere ancor più costruttivo e sistematico il dialogo tra imprese assicuratrici e associazioni dei consumatori. 
Il Forum rappresenta un tavolo di confronto per progettare e sviluppare assieme iniziative e proposte di soluzione sui principali temi assicurativi d’interesse dei cittadini. Ne fanno parte e siedono nel suo organo direttivo otto associazioni di consumatori rappresentative a livello nazionale: Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori .  
Nel corso della riunione odierna è proseguito il confronto tra assicuratori e consumatori sull’attuale modello di welfare, sui nuovi assetti che si vanno delineando e sul ruolo sociale dell’assicurazione in tale contesto. 
In relazione a questo tema, da alcuni anni il Forum sta infatti sviluppando un articolato percorso di analisi volto ad approfondire gli scenari attuali e le prospettive del nostro sistema di welfare e a individuare proposte condivise da assicuratori e consumatori da presentare alle istituzioni e all’opinione pubblica. 
Dagli ultimi studi, sviluppati dal Forum con la direzione scientifica del Censis, si evidenzia l’aggravarsi dell’asimmetria tra la copertura di welfare e i bisogni di alcuni gruppi sociali, come i giovani   nati a partire dagli anni ottanta fino al 1996, i cosiddetti “millenials”. Le analisi del Censis su questo particolare target, di seguito riassunte, mostrano una profonda evoluzione della loro condizione sociale.  
2,3 milioni di giovani occupati in meno tra il 2004 e il 2013. Nel 2004 aveva   un impiego il 58,7% degli italiani 18-34enni (pari a oltre 7,6 milioni di persone), nel 2011 la   percentuale era scesa al 51,2% (6 milioni), mentre nel 2013 era occupato solo il 46% dei giovani con questa fascia d’età (5,3   milioni). Pertanto, in quasi dieci anni si sono persi 2,3 milioni di posti di lavoro tra i “millennials” e la quota di occupati tra i giovani con età compresa tra 18 e 34 anni è diminuita di   12,7 punti percentuali. Il Censis stima che la scomparsa del lavoro per i giovani è costata al nostro Paese più di 152 miliardi di euro, in termini   di mancata creazione di valore economico: una cifra pari alla somma del Pil di tre Paesi UE come Croazia, Slovacchia e   Lituania.  
La “paghetta” anche fuori casa. Dei 4,4 milioni di giovani con età compresa tra 18 e 34 anni che vivono per conto proprio, single o sposati/conviventi, 980 mila non riescono a coprire le   spese mensili con il proprio reddito. Sono 2,3 milioni quelli che ricevono regolarmente o frequentemente un aiuto economico dai genitori. Secondo il Censis, le famiglie d’origine trasferiscono ai giovani un   totale di 4,8 miliardi di euro annui. Il reddito familiare medio dei “millennials” è di 22.900   euro all’anno, inferiore di oltre 7.000 euro rispetto al reddito familiare medio annuo degli   italiani.   
Si sposano sempre meno. 
In dieci anni l’Italia ha perso 1.959.000 giovani di età   compresa tra 18 e 34 anni a causa della denatalità: -14,9% nel decennio. E gli attuali 11,2 milioni   di giovani stanno cambiando rapidamente gli stili di vita. Rimangono sempre di più   a casa con i genitori: 6,9 milioni nel 2013, cioè il 61% del totale. Ma tendono anche   a sposarsi sempre meno: nel 2013 risulta coniugato il 22,1%, in diminuzione rispetto al   30,6% di dieci anni prima. Il numero dei giovani sposati è diminuito nel decennio del   38,7%. Tra i “millennials” che vivono per conto proprio, cresce la quota di quelli che vivono   soli: sono diventati il 6,7% del totale rispetto al 5,5% di dieci anni fa. 
Il welfare non li aiuta. Il 40,2% dei giovani negli ultimi dodici mesi ha   dovuto pagare un contributo per alcune prestazioni di welfare (sanitarie, per istruzione, ecc.) che prima riceveva gratuitamente; il 57,5% ha verificato che ci sono prestazioni   per le quali è aumentato il valore del contributo che già pagava in precedenza, mentre l’11,7% si   è trovato a dover pagare per intero alcune prestazioni che prima riceveva gratuitamente o   a fronte di un piccolo contributo. In definitiva, per la grande maggioranza dei giovani sono   aumentate le spese per le prestazioni di welfare e il Censis rileva che il 59% di coloro che vivono per proprio   conto teme che nuove spese di welfare a proprio carico possano minacciare la tenuta del   proprio reddito familiare.   
Sognando la fuga dal futuro precario. Pensando al proprio futuro, il 43,2% dei giovani   si dichiara preoccupato, rispetto al 29,2%   dei cittadini italiani. Il 26,6% dei “millenials” prova ansia per l’assenza di una   rete di protezione, il 17,9% vive uno stato di incertezza e solo il 12,3%  si dichiara abbastanza sicuro. L’idea di andarsene pervade tanti giovani: 3,2 milioni pensano che sarebbe il caso di emigrare dall’Italia e trasferirsi all’estero. 
Digitali e nomadi. I giovani costituiscono una componente fondamentale delle   energie vitali della nostra società. Sono digitali: l’85,3% è utente abituale di internet   (56,5% dato medio nazionale), l’81,6% è iscritto ad almeno un social network   (49% dato medio), il 66,6% utilizza smartphone sempre connessi in rete   (39,9% dato medio), il 35% effettua acquisti online (24,4% dato medio). Sono almeno 3,7 milioni i  “ millennials” che vivono all’estero, sia pure per brevi periodi. 
“I dati che emergono dalle indagini del Censis – afferma il Presidente del Forum ANIA-Consumatori, Silvano Andriani – dimostrano che il sistema attuale
di welfare è incapace di individuare i nuovi bisogni e rispondere a essi in maniera sistematica, risulta statico e focalizzato quasi esclusivamente su pensioni e sanità.  La crisi e i suoi riflessi negativi sull’occupazione, in particolare quella giovanile, hanno contribuito a portare a un impoverimento materiale di ampie fasce di cittadinanza. Assicuratori e consumatori concordano sulla urgenza di intervenire su questo fronte, per un welfare più equo, efficace ed economicamente sostenibile, che sia in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.”