“Legalità e questione sociale: rischi e costi dei fenomeni fraudolenti” è il titolo del convegno che si è svolto a Napoli, a bordo di MSC Splendida, nave da 4mila passeggeri, attraccata alla Stazione Marittima di Napoli.
Qual è il peso e il prezzo di truffe e speculazioni sopportato dalla società?
Di questo si è discusso lunedì pomeriggio a bordo dell’ammiraglia della compagnia crocieristica napoletana, dove era presente un parterre d’eccezione, che vantava la presenza di Severino Nappi, Assessore al lavoro della Regione Campania; Nunzio Fragliasso, Procuratore Aggiunto presso il tribunale di Napoli; Rosaria Capacchione, senatrice della Repubblica e membro della Commissione Antimafia e Giustizia; Vittorio Verdone, direttore centrale Auto, Distribuzione e Consumatori Ania; Francesco D’Innella, docente di Diritto delle Assicurazioni all’Università Parthenope di Napoli; Maurizio Salvi, direttore Relazioni esterne MSC Crociere e Maurizio De Dominicis, avvocato specializzato in Diritto delle Assicurazioni.
I fenomeni fraudolenti sono una piaga che, come è emerso nel corso del convegno, non riguarda soltanto l’Italia o il Mezzogiorno. Si tratta piuttosto di un problema internazionale che grava sulla società in diversi modi. Innanzitutto le truffe hanno un costo che viene ripartito su tutti i cittadini, danneggiando chi vive ogni giorno di sacrifici e lavoro. In secondo luogo, come hanno precisato i relatori, la crisi economica degli ultimi anni ha contribuito ad aumentare tali attività illecite. Si è notato, infatti, che sono sempre di più le persone che in modo occasionale commettono reati contro il patrimonio a volte anche per indennizzi di piccolo ammontare. Segno della recessione e della disoccupazione, di questo periodo di estrema difficoltà.
Si ritiene che la truffa sia una sorta di rivalsa per il mancato impiego, sia un guadagno “dovuto”, un onere che lo Stato deve pagare per non aver provveduto al benessere di tutti.
L’evento è stato promosso da MSC Crociere per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a tali fenomeni fraudolenti che generano rilevanti danni, anche economici, alla società in cui operiamo.
Oggi, infatti, si è particolarmente concentrati anche “sull’integrità” delle imprese, sulla loro etica, sul modus operandi che, inevitabilmente, produce effetti sull’intera collettività.
La nuova sfida delle imprese sta, quindi, nell’agire secondo buone prassi e buoni comportamenti, secondo correttezza, legalità, trasparenza.
A raccontare l’esperienza di MSC Crociere, sensibile rispetto a tematiche inerenti all’etica e al sociale, Maurizio Salvi, direttore Relazioni Esterne di MSC Crociere.
“Mi inorgoglisce – ha dichiarato l’ospite di casa – portare qui l’esempio di MSC Crociere, azienda multinazionale con cuore italiano, che ha forgiato in questi anni la sua identità secondo le regole della correttezza, della chiarezza, della sensibilità verso l’ambiente esterno e i suoi stessi dipendenti. La nostra politica aziendale, infatti, concilia obiettivi economici ed etica sociale al fine di ottenere benefici che possano essere trasmettessi all’intero sistema paese.
E’ cambiato lo scenario in cui operiamo. Per questo la responsabilità sociale d’impresa, in generale, rappresenta una metodologia innovativa per cambiare il corso delle cose. E’ necessario un impegno comune per cancellare le disparità territoriali, sociali e soprattutto economiche che spaccano in due parti il nostro paese. Urge affrontare le criticità, cogliere le opportunità, sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere la società civile, in modo che ciascuno partecipi al cambiamento con il suo personale contributo”.
Il che vuol dire, dunque, che il rispetto delle regole, a qualunque livello, è fondamentale per lo sviluppo economico e la crescita di un Paese.
Il settore nel quale si evidenzia di più la piaga dei fenomeni fraudolenti è sicuramente quello assicurativo. Le conseguenze delle attività illecite in questo settore sono, purtroppo, evidenti a tutti: i costi dei premi assicurativi sono elevatissimi, soprattutto al Sud.
Nel corso del convegno è stato presentato il report “Truffe assicurative in Italia: analisi socio economica e possibili rimedi”, curato dall’avvocato Maurizio De Dominicis e da Think Thanks, agenzia di ricerca e comunicazione. Dal lavoro è emerso che il settore sul quale più influisce l’attività speculativa è sicuramente l’R.C Auto. Secondo i dati Ania in Italia ci sono 43,5 milioni di veicoli assicurati, i sinistri risarciti sono 3,7 milioni, per un valore complessivo di 15 miliardi di euro.
Dalla Relazione annuale Ivass si evince inoltre che i sinistri a rischio frode sono passati dai 400mila del 2012 ai 460mila del 2013 e che i costi da frode sono calati di ben 6 milioni di euro rispetto al 2012 con un miglioramento in termini percentuali del 3%.
“I costi dei premi assicurativi – ha aggiunto Maurizio De Dominicis – sono troppo alti a causa delle attività speculative, ma è un circolo vizioso: si froda perché si ritiene elevato il costo dei premi assicurativi, si alzano i costi dei premi assicurativi perché si froda. Il truffatore ritiene di arrecare un danno alla compagnia assicurativa e non alla collettività, eppure per pagare tale frode la compagnia assicurativa attinge da un fondo rischi che tutti gli assicurati rimpinguano pagando le polizze”.
“Le frodi non solo in Italia – ha aggiunto Vittorio Verdone – costituiscono da sempre un elemento perturbativo grave dell’attività assicurativa. L’assicurazione r.c. auto è la più permeabile per la sua diffusione. Il 14% dei sinistri è fortemente indiziato di frode. Accanto a presidi preventivi da implementare con l’applicazione della tecnologia, occorre un’operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell’attività illecita”.
I fenomeni fraudolenti sono un problema culturale e sociale, dunque, una manifestazione del malcostume e della mancanza di senso civico sul quale bisogna intervenire. Le istituzioni stanno prendendo sempre più coscienza del problema e si stanno attivando affinché si possano contenere i danni, tenendo presente, però, che le attività illecite non interessano solo l’Italia o il Mezzogiorno, ma tutti i Paesi indistintamente e che si dovrebbe intervenire anche a livello europeo e internazionale.
Affrontare il discorso, confrontarsi sul fenomeno e sensibilizzare l’opinione pubblica è lo scopo del convegno presentato oggi, affinché si continui a individuare soluzioni capaci di debellare una piaga della società.
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