Il tema della copertura degli immobili contro i rischi catastrofali è entrato da tempo nell’agenda politica, anche se poi lì rimane. L’Unione Europea Assicuratori che ha celebrato i primi 40 anni organizzando a Milano una tavola rotonda dedicata proprio ai danni catastrofali, argomento del quale si occupa da tempo. Tanto è vero che nel 2010 l’Uea decise di tenere il suo congresso tra le macerie dell’Aquila pochi mesi dopo il terremoto, da dove lanciò alle autorità politiche due proposte concrete e immediatamente attuabili che restarono però lettera morta.
A pochi anni di distanza da allora il problema è sempre vivo e anche dopo il sisma dell’Emilia Romagna, nulla è stato fatto e le soluzioni sono rimaste nel cassetto.
L’Uea oggi rilancia la sua proposta e il presidente Filippo Gariglio ha inviato una lettera per illustrare una possibile soluzione al Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta; al Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato; al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi; e al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Andrea Orlando.
Considerato che le finanze pubbliche non possano più sostenere interamente il costo, sempre crescente, dei danni provocati dalle catastrofi naturali l’intervento del settore assicurativo, in una logica di compartecipazione pubblico-privata, non è più procrastinabile. Fatta questa premessa Gariglio entra nel dettaglio delle due proposte:
“La prima è incentrata sul settore delle opere pubbliche, quali infrastrutture di ogni tipologia ed edifici con destinazione a pubblico servizio. In specifico si propone che tutti i bandi di gara per appalti pubblici, o d’interesse pubblico, aventi per oggetto la realizzazione di infrastrutture e fabbricati, contengano la previsione espressa della voce “Costo polizza assicurativa a garanzia dei rischi conseguenti a terremoto e alluvione”, che, alla stregua della voce “Oneri per la sicurezza” non sia soggetta a ribasso. la polizza, con durata decennale e premio in un’unica soluzione, andrebbe a scadere in concomitanza con la coeva polizza di Rc Postuma sull’opera realizzata, ed a quella data, sarà obbligo ex legem per l’ente pubblico, nel cui demanio ricadrà l’infrastruttura od il fabbricato, far redigere, da perito terzo, un apposito verbale di consistenza e di verifica antisismica, sulla base del quale procedere, poi, ad assicurare l’opera per ulteriori dieci anni. La seconda proposta è invece afferente alla tutela del patrimonio edilizio privato a gestione condominiale. Anche in questo caso si propone l’obbligatorietà della “Polizza globale fabbricati (all-risk incendio e Rct) con estensione al terremoto ed alluvione”. In effetti, si tratterebbe soltanto di normare l’attuale situazione di fatto, visto che tutti i condomini, bene o male sono dotati di
polizza globale fabbricati, estendendola ai danni da terremoto e da alluvione, ma soprattutto inquadrando l’intera problematica in un contesto normato, tale da garantire certezze non solo ai terzi, quanto ai condomini ed ai proprietari stessi. Nella tavola rotonda organizzata a Milano abbiamo ripreso e riattualizzato queste proposte partendo da due considerazioni: l’importanza cruciale, da un lato del “bene casa” per gli italiani, e dall’altro della “business continuity” per le piccole e medie imprese nazionali. Abbiamo infatti ribadito come, nel nostro paese, la casa non rappresenti solo l’abitazione in senso lato, ma anche l’asset patrimoniale principale delle famiglie italiane, motivo per cui la sua distruzione totale o parziale genera, oltre al danno economico per il proprietario, un impoverimento complessivo del sistema paese. Sul fronte delle imprese abbiamo invece ricordato come, soprattutto per le Pmi ad alto skill (emblematico in questo senso il caso del distretto biomedicale di Mirandola interessato dal sisma dello scorso anno) sia di vitale importanza poter fare affidamento su azioni di ripristino tempestive ed efficienti per scongiurare il pericolo che l’interruzione prolungata dell’attività produttiva, in un contesto di concorrenza globalizzata, crei un danno indiretto addirittura più lesivo rispetto a quello direttamente provocato dall’evento catastrofale”.
Filippo Gariglio chiude la lettera offrendo il contributo di Uea “affinché si affronti in modo organico, strutturale e tempestivo la questione dei rischi catastrofali, prima che un ennesimo evento nefasto da un lato palesi sua insostenibilità economica per le casse pubbliche, e dall’altro renda più impopolari e meno comprensibili le decisioni da prendere”.