Sono ormai quasi mille i professionisti tecnici attivi in Sardegna, passati dai 433 del 2001 ai 934 attuali. In particolare si tratta di 320 geologi, 557 dottori agronomi e forestali e 57 chimici. Gli iscritti all’Epap, l’ente di previdenza pluricategoriale (oltre alle professioni citate comprende anche gli attuari, non presenti come professionisti in Sardegna) nello stesso periodo sono quasi raddoppiati: erano circa 700 nel 2001, risultano 1312 oggi.
Le cifre dello sviluppo delle professioni tecniche nella regione sono emerse dall’incontro con i vertici dell’Epap che si è svolto la scorsa settimana a Paulilatino, in provincia di Oristano. Al centro del dibattito la riforma delle pensioni e le questioni di maggiore attualità in materia di previdenza e di welfare dei professionisti.
L’Epap ha appena approvato il bilancio 2012, chiuso con risultati della gestione finanziaria superiori alle aspettative. Il presidente dell’Ente, Arcangelo Pirrello, ha lamentato ancora una volta il fatto che gli avanzi positivi degli enti di previdenza privati non possano essere utilizzati per impinguare i montanti delle pensioni degli iscritti, la cui capitalizzazione è legata per legge soltanto all’andamento del Pil (Prodotto interno lordo).
Pirrello ha sottolineato l’inadeguatezza delle pensioni. “Con l’attuale contributo soggettivo obbligatorio fissato al 10%, un’aliquota minima molto bassa – ha spiegato il presidente dell’Epap – dopo 37 anni si ottiene una pensione pari ad appena il 22% dell’ultimo reddito”. Per questo l’Epap, ha ricordato Pirrello, ha predisposto una propria riforma contributiva che prevede l’aumento del contributo integrativo (quello che il cliente paga in fattura) dal 2% al 4%, destinando il surplus in parte ai montanti individuali per far crescere pensioni, in parte alle iniziative di assistenza e sostegno agli iscritti e alle loro famiglie individuate nel Progetto Welfare dell’Ente.