I parti sono una delle fonti di rischio più elevato e la fase più delicata è il travaglio, durante il quale si concentrano quasi la metà dei sinistri denunciati. Lo conferma la terza edizione dello studio Marsh sulla Medical Malpractice in ostetricia – in cui sono state analizzate le richieste di risarcimento specifiche per eventi reclamati in seguito a parti avvenuti in circa 82 strutture sanitarie tra il 2004 e il 2011 –; seguono poi gli errori in fase espulsiva 21%, l’errore anestesiologico 8%, l’errore nell’apposizione del forcipe 6%, i problemi durante la rianimazione neonatale 5%, i problemi nell’esecuzione dell’episiotomia 7% e l’errore diagnostico 4%.
Sulla base del campione analizzato, sono 85 le richieste di risarcimento all’anno (80 secondo la precedente edizione del report) e circa 3,75 per ogni singola struttura sanitaria, per un totale di 665 negli otto anni di analisi (2004-2011) su un campione medio annuo di circa 158 mila nascite.
A livello nazionale il dato è di 8,3 eventi ogni 10 mila bambini nati, in riduzione del 7% rispetto al report precedente. Il valore assicurativo di ogni nato è pari a 208 euro, in aumento del 20%. Le strutture di base hanno un tasso di eventi denunciati pari a 10 ogni 10 mila parti, gli ospedali specialistici 6, i policlinici 3,3 e gli ospedali monospecialistici ad ambito ostetrico ginecologico e materno infantile il tasso di eventi è di 9.
I casi di richieste di risarcimento danni in seguito a parti cesarei sono il 21,5% mentre il 78,5% è legato a parti fisiologici.
In quasi 9 casi su 10 l’evento è riferito a problematiche collegate al bambino e solo 1 su 10 alla madre, con un 13% che ha comportato il decesso della madre o del bambino.
A livello economico negli 8 anni di analisi sono stati risarciti complessivamente 43 milioni di euro con un liquidato medio di 368 mila euro mentre sono riservati circa 132 milioni di euro con una riserva media di 274 mila euro.
Nella terza edizione sono state analizzate le tipologie di lesioni che possono essere così riassunte: 41% per sofferenza fetale, 15% per distocia di spalla, 9% per abrasioni sul bambino, 8% per abrasioni sulla madre, 8% per problematiche anestesiologiche e rianimatorie, 4% per emorragie materne, 2% per malformazioni genetiche.
La tipologia di richieste di risarcimento è in prevalenza stragiudiziaria (63%) seguita dai procedimenti civili (29%) e da quelli penali (8%), con tempi di denuncia che si stanno accorciando nel tempo. Il 45% delle richieste danni viene denunciata entro un anno e un ulteriore 15% entro due anni. Complessivamente entro 3 anni viene denunciato il 70% delle richieste, per arrivare al 91% entro i 6 anni.
Resta ancora alto il numero di richieste aperte e riservate pari al 72%, percentuale invariata rispetto all’edizione precedente. Le pratiche chiuse sono quasi il 17% e quelle senza seguito sono il 6%.
I dati nella sanità privata
In questa terza edizione sono stati analizzati anche i casi di medmal per problematiche legate al parto anche nella sanità privata; in questo caso il campione di riferimento è più ristretto con una conseguente numerosità di richieste danni inferiore.
Lo studio nella sanità privata è stato effettuato su 10 strutture e complessivamente sono state analizzate circa 80 richieste danni. La media è di circa 10 sinistri complessivi annui e di circa 2,5 eventi per singola struttura.
Il 73% delle richieste danni è stragiudiziario mentre il 12% è un procedimento civile ed un restante 9% e un procedimento penale. La maggior parte delle pratiche è ancora aperta e riservata (66%), il 17% è chiuso e il 17% è senza seguito.
A livello economico negli 8 anni di analisi sono stati risarciti complessivamente 1,5 milioni di euro con un liquidato medio di 114 mila euro, mentre sono riservati circa 9 milioni di euro con una riserva media di 168 mila euro.
Secondo un primo confronto, i tempi di denuncia delle richieste danni nelle strutture private sono analoghi rispetto a quelle degli ospedali pubblici. Mediamente si può affermare che avvengono meno eventi negli ospedali pubblici e che quelli che accadono degli ospedali privati sono risarciti con importi inferiori.