di Andrea Di Biase

La Consob non ha ancora terminato la ricognizione sul portafoglio di titoli strutturati diUnipol, uno dei punti sui quali lo scorso anno più accesi erano stati i rilievi dei critici del matrimonio tra il gruppo bolognese e Fondiaria-Sai.

Ciononostante nella giornata di ieri l’Ivass, la nuova autorità di vigilanza sulle assicurazioni, ha rilasciato l’autorizzazione all’operazione di fusione per incorporazione in FonSai di Unipol Assicurazioni,Premafin ed eventualmente di Milano Assicurazioni, nel caso in cui arrivasse l’ok degli azionisti di risparmio di quest’ultima compagnia. Si tratta di un via libera che non era affatto scontato, proprio alla luce dei dubbi espressi nel corso della trattativa dello scorso anno da parte di alcuni protagonisti della vicenda, non ultimo l’ex consigliere di FonSai, nominato da Sator e Palladio, Salvatore Bragantini, che aveva votato contro la proposta di concambio per la fusione a quattro. L’ok dell’Ivass, che dal primo gennaio scorso ha preso il posto dell’ormai screditata Isvap e che di fatto è un corpo collegato alla Banca d’Italia, avrebbe dunque sgombrato il campo anche agli ultimi dubbi sulla consistenza patrimoniale del gruppo bolognese. Se è vero infatti che la Consob non ha ancora chiuso la propria verifica sugli strutturati (un lavoro complesso, visto che i tecnici stanno esaminando uno a uno i contratti), difficilmente però l’Ivass avrebbe concesso il nulla osta alla fusione se dall’indagine avviata dall’altra authority fossero emersi segnali di pericolo per la stabilità della futura compagnia, anche alla luce dei fatti relativi a FonSai emersi a seguito dell’inchiesta della Procura di Torino.

Proprio sulla scorta di quanto accaduto negli anni passati in termini di mancata vigilanza sull’ex gruppo Ligresti, la nuova autorità sulle assicurazioni ha però deciso di marcare stretto il nuovo gruppo in modo che un’ampia solvibilità, che attualmente è nei numeri, venga garantita anche in futuro. Per questo l’authority, che è presieduta dal dg di Bankitalia, Salvatore Rossi, ha inviato una lettera al vertice del gruppo guidato da Carlo Cimbri, «con la quale sono stati richiesti, tra l’altro, interventi in tema di governance, adeguati criteri nella distribuzione degli utili, rafforzamento di procedure e controlli in talune aree, inclusi gli investimenti in titoli strutturati e il rischio di riservazione». Questo non impedirà comunque alle società coinvolte nella fusione di procedere alla convocazione delle assemblee straordinarie per deliberare in merito ai concambi e procedere così al merger. L’intenzione è di ottenere l’ok dei soci già il prossimo autunno, in modo che il nuovo gruppo possa essere operativo a partire dal 2014.

Sul fronte dell’inchiesta torinese, intanto, ieri è stato ascoltato dai pm l’ex vicepresidente di FonSai, Antonio Talarico, anch’egli indagato per falso in bilancio e aggiotaggio e attualmente agli arresti domiciliari. «È stato un dialogo sereno e costruttivo davanti a due magistrati preparati nel corso del quale abbiamo descritto la posizione del nostro assistito rispetto ai fatti che gli vengono contestati», hanno commentato gli avvocati Guglielmo Giordanengo e Stefano Valentini, che difendono Talarico, dopo l’interrogatorio davanti ai pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio. L’audizione dell’ex manager del gruppo Ligresti è durata oltre tre ore ed è stata secretata.

Gli interrogatori dell’inchiesta su Fondiaria-Sai in Procura a Torino riprenderanno lunedì prossimo, quando verrà sentito per la seconda volta l’ex amministratore delegato Emanuele Erbetta. (riproduzione riservata)