di Anna Messia

Ancora una giornata positiva per il titolo FonSai all’indomani della notizia dell’arresto della famiglia Ligresti e di tre ex manager della compagnia da parte della Gdf su ordine della Procura di Torino con l’accusa di falso in bilancio e manipolazione di mercato.

A spingere le azioni (+4,6% mercoledì e +2,9% ieri a 1,4 euro) sono le ipotesi di un’accelerazione dei rimborsi per danni da parte dei nuovi azionisti e dei soci di minoranza a valere sui beni della famiglia. Ma non solo. Cominciano a circolare voci speculative di una possibile offerta congiunta obbligatoria sulle minority di FonSai da parte di Mediobanca e Unipol. A lanciare il sasso è stata Banca Akros che in una nota raccolta da MF-DowJones ha riportato i possibili scenari post arresto dei Ligresti. Tra questi, secondo Marco Cavalleri, analista della casa d’affari, ci potrebbe essere quello di un’offerta pubblica di acquisto.
In particolare, Akros configura l’ipotesi in cui i Ligresti, ora agli arresti, possano aggiungere «nuovi elementi per i giudici di Milano che si occupano della vicenda del cosiddetto papello», che vede coinvolto l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel. Questo per l’analista farebbe sì che cresca in misura significativa il rischio che la Consob riveda i termini del via libera al passaggio di proprietà di FonSai, facendo scattare l’obbligo di opa e il prezzo calcolato da Akros per l’eventuale operazione sarebbe 2,5 euro per azione.

Secondo gli analisti di Banca Imi, che sulle azioni FonSai hanno una raccomandazione buy con target price a 1,85 euro, in ogni caso, le notizie sugli arresti non dovrebbero avere «alcun impatto significativo sulla fusione che porta alla creazione della nuova Uni-FonSai» con Carlo Cimbri al timone. Anche perché la vicenda riguarda il vecchio management della compagnia e il buco contestato è stato «colmato con il rafforzamento delle riserve. Mentre invece la possibilità per gli azionisti di minoranza di essere rimborsati per i danni, anche tramite gli asset della famiglia Ligresti, dovrebbe essere un catalizzatore positivo, anche se incerto sia nella tempistica sia nell’esito finale».

Solo congetture, per ora; l’unica certezza è che entro fine mese l’Ivass dovrà dire la sua sulla fusione Unipol-FonSai entro il 19 agosto, non è escluso che possa fissare qualche condizione al via libera.

Ieri, intanto, sul fronte delle indagini, è stato ascoltato dai pm di Torino anche Piergiorgio Bedoni, che firmò il bilancio 2010 su cui pesa l’accusa di falso ed è indagato a piede libero. A interrogarlo è stato il sostituto procuratore Marco Gianoglio, titolare dell’inchiesta con il procuratore aggiunto Vittorio Nessi. Mentre si terranno questa mattina gli interrogatori di garanzia di Giulia Maria Ligresti e della sorella Jonella, raggiunte ieri, al pari del padre Salvatore e tre ex manager di FonSai, Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta e Antonio Talarico, dall’ordine di arresto. In caso di convalida, Jonella verrebbe trasferita nel carcere di Torino, mentre Giulia, fermata mercoledì a Milano, è stata invece portata nella casa circondariale di Vercelli. Per quanto riguarda Paolo, l’unico dei tre figli dell’ingegnere di Paternò che è riuscito a sottrarsi al fermo perché residente in Svizzera potrebbe non essere arrestato dalle autorità elvetiche proprio perché cittadino della Confederazione e il gip potrebbe chiedere una rogatoria internazionale per andare a interrogarlo direttamente oltre confine. (riproduzione riservata)