Nell’ambito della vicenda Fonsai, Movimento Consumatori ha presentato la scorsa settimana un nuovo esposto alla Procura della Repubblica di Torino con il quale chiede che le indagini in corso si estendano anche all’accertamento della responsabilità delle società di revisione e degli attuari revisori dal 2008 al 2011, nei reati di falso in bilancio e falso in prospetto contestati agli amministratori e, da ultimi, ai sindaci di Fonsai.
“Nella relazione al bilancio di Fonsai – spiega Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio Credito & Risparmio del Movimento Consumatori – chiuso al 31 dicembre 2010, i sindaci Benito Marino, Marco Spadacini e Antonino D’Ambrosio – ora iscritti nel registro degli indagati per concorso in falso in bilancio, manipolazione del mercato e falso in prospetto – e la Società di Revisione Reconta Ernst & Young S.p.A, attestavano l’osservanza delle norme di legge nella formazione e nella redazione del bilancio d’esercizio, richiamando espressamente le verifiche svolte e le informazioni assunte dalla società di revisione e dall’attuario incaricato dalla stessa società, le quali non avevano evidenziato alcuna criticità sulla sufficienza delle riserve tecniche iscritte nel passivo dello Stato patrimoniale di Fonsai, nonostante le indagini ora ritengano sussistente una sottostima delle stesse riserve pari a 600 milioni di euro”.
“La società di revisione, al pari del Collegio Sindacale dell’epoca – secondo Corrado Pinna, avvocato incaricato dall’associazione di presentare l’esposto – avevano il compito e la responsabilità di attestare la corrispondenza al vero dell’adeguatezza delle riserve sinistri presenti nel bilancio Fonsai del 2010, così come delle informazioni sulla reale situazione economico finanziaria, poi riportate nel prospetto informativo relativo all’aumento di capitale del giugno 2011″.
La falsità dei bilanci e dei prospetti informativi di Fonsai, qualora confermata dalle indagini in corso, sarebbe certamente stata idonea a distorcere la formazione del prezzo delle azioni. Gli azionisti che in quel periodo hanno acquistato o non venduto le azioni della compagnia assicuratrice potrebbero far valere la responsabilità degli amministratori, dei sindaci, dei revisori e della stessa Fondiaria Sai.
Per gli stessi motivi, Movimento Consumatori chiede anche che il Ministero delle Finanze e la Consob svolgano gli accertamenti del caso al fine di valutare la sussistenza anche di illeciti amministrativi a carico della società di revisione e dei suoi incaricati.
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