Luigi Dell’Olio
Milano U n solo organismo di vigilanza per i promotori finanziari e i consulenti. È lo scenario che si va profilando per superare lo stallo – che dura ormai da diversi anni – relativo alla creazione di un albo per i consulenti indipendenti. La normativa in merito è completa, ma l’organismo per stare in piedi ha bisogno di fondi, che il Governo non è disposto a garantire in questa fase di crisi. Da qui la ricerca di una nuova soluzione, che sembra mettere d’accordo tanto gli addetti ai lavori quanto i tecnici del ministero dell’Economia e della Consob. Un avvicinamento che trova ragione nell’evoluzione registrata dall’attività del promotore negli ultimi anni, un professionista che non è più qualificabile come un semplice venditore, ma si occupa di fornire consulenza ai risparmiatori. «La recente impostazione della Mifid Review (bozza di revisione della direttiva relativa alla tutela degli investimenti, ndr), così come gli ultimi orientamenti delle autorità di vigilanza confermano come la consulenza prestata dal promotore o dal consulente finanziario sia in realtà la rappresentazione di un unico servizio, che si differenzia solo nelle modalità organizzative con cui viene erogato», spiega Giovanna Giurgola Trazza, presidente dell’Albo unico dei promotori finanziari (Apf). Anche gli intermediari, in sostanza, prestano attraverso i promotori un servizio di consulenza, che ha assunto un’importanza crescente per il
disorientamento e le difficoltà dei risparmiatori causati dalla lunga crisi. Tanto che sono in corso proposte di modifica della denominazione, dato che la dizione “promotore finanziario” non appare più adeguata a connotare il servizio prestato. «Se si arriverà a una casa comune della consulenza, è facile immaginare che vi sarà un superamento delle divisioni tra le due professioni», conferma Giurgola Trazza. Giovanna Giurgola Trazza, presidente dell’Albo unico dei promotori finanziari (Apf)