Ancora un ennesimo ostacolo all’avvio della nascita di Unipol-FonSai, questa volta dovuto alla Consob, che entro venerdì mattina doveva concedere le ultime autorizzazioni: l’approvazione del documento di registrazione, della nota informativa e della nota di sintesi relativi all’offerta; la stipula del contratto di garanzia con le banche aderenti al consorzio di garanzia entro il giorno antecedente l’avvio dell’offerta. Le due autorizzazioni non sono invece arrivate, perché la Consob ha ritenuti necessari maggiori approfondimenti.
Slittano quindi, quando oramai erano pronti al via, gli aumenti di capitale propedeutici alla fusione a quattro Unipol- Premafin-Fonsai-Milano, dopo che nella serata di giovedì la Consob aveva risposto in modo definitivo al quesito presentato da Unipol in merito all’esenzione dall’opa su Premafin e a cascata su FonSai e Milano Assicurazioni, confermando che l’obbligo di Opa non sussiste.
I cda di Unipol e FonSai, riuniti nel pomeriggio di giovedì, avevano dato il via libera alla doppia operazione da complessivi 2,2 miliardi, stabilendo il calendario dell’operazione. I diritti di opzione, sia per l’aumento Unipol sia per quello FonSai, avrebbero dovuto essere negoziati a Piazza Affari dal 9 al 20 luglio e avrebbero potuto essere esercitati nel periodo compreso tra il 9 e il 27 luglio. Nella notte era stato firmato l’underwriting agreement con le banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca con la partecipazione di Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, Morgan Stanley, Nomura, Ubs Investment Bank e Unicredit.
Intanto i Ligresti, ormai in rotta con i cda societari, non mancano occasione per contestarne le decisioni e ribadire il loro favore per la soluzione Sator-Palladio. Dopo la bocciatura, giovedì, dell’aumento di capitale di Fonsai, da parte di Jonella e Paolo Ligresti, venerdì Paolo, attraverso la sua finanziaria Limbo invest, che detiene il 10% della holding Premafin, ha fatto sapere di ritenere che il cda della holding «abbia, in primo luogo, stipulato senza sufficiente ponderazione un contratto (l’accordo UgF) contemplante un’operazione complessa, irta di ostacoli, dai contenuti già in origine dubbi in merito all’effettiva realizzazione degli interessi della società e dei suoi azionisti». In secondo luogo, Limbo «osserva che il cda, lungi dal porre rimedio all’errore, ha poi caparbiamente insistito nel dare attuazione al predetto accordo senza valutare e considerare le varie offerte formulate da Sator-Palladio». Limbo invest ha poi attaccato frontalmente le banche, garanti dell’operazione, Mediobanca e Unicredit, accusandole di aver pilotato, fin dall’inizio, l’intera operazione. Venerdì si è tenuto il cda di Premafin, dove sono state avanzate le richieste di convocazione dell’assemblea, sia da Paolo Ligresti (ordinaria, con revoca del cda), sia dal custode giudiziario, Alessandro Della Chà (straordinaria per esaminare il piano Sator- Palladio). Le richieste sono state accolte.