Vincenzo Borgomeo
Milano Gli incidenti stradali provocano un milione di feriti l’anno, un morto ogni due ore, 28 miliardi di costo sociale l’anno, pari a 2 punti di Pil. Non è un’analisi, non è una percentuale, non sono proiezioni. Sono fatti. Woody Allen diceva che “il 94.5% delle statistiche sono sbagliate” e nulla come questa feroce battuta fotografa il mondo della sicurezza stradale dove spesso nella giungla di percentuali si finisce per perdere di vista il tema centrale, quello delle vittime, dei 12 morti al giorno sulle strade italiane per incidenti stradali. Il problema è ben noto alle case automobilistiche che da anni, proprio sulla sicurezza stradale, hanno focalizzato gran parte della loro ricerca per “migliorare il prodotto” come dicono loro, ossia per salvare la pelle ai propri clienti. Clienti che oggi sono ben consci del fatto che da parte di chi ci governa arriva ben poco aiuto (d’altra parte la situazione delle nostre strade, così come i tagli a Polizia e Carabinieri per i controlli sul campo sono sotto gli occhi di tutti) e che quindi sono disposti a preferire i modelli che più forniti sul fronte dei dispositivi salvavita. Proprio su questo fronte, infatti, ora che per legge tutte le auto devono avere impianto frenante con Abs e airbag anteriori, si è scatenata una nuova battaglia da parte delle case costruttrici. Una battaglia — finalmente — combattuta a colpi di idee e incredibili ritrovati tecnologici. Si va dal sistema antitamponamento — sbarcato
grazie alla Panda e alla Up! nel segmento delle city car — a quello che avvisa il pilota quando l’auto esce dalla carreggiata ideale, passando per i vari dispositivi anti-colpi di sonno (Mercedes in prima linea) a quello che rende “visibile” il famoso angolo morto di tre quarti posteriore, particolarmente utile per evitare incidenti legati all’arrivo imprevisto di un veicolo. Non vogliamo citare statistiche per rimanere fedeli al concetto di Woody Allen di cui parlavamo prima ma una cosa è certa: la distrazione di chi è al volante è una causa enorme di incidenti. Ed è proprio questa la frontiera più avanzata per rendere più sicure le nostre auto. Un sistema di comandi vocali semplice da usare, che connetta in poco tempo qualsiasi palmare e che renda intuitivo perfino l’uso del navigatore satellitare è ancora di là da venire. E se ogni modello propone ormai funzioni del genere — la media sono più di 1000 diversi comandi a disposizione dei clienti — il problema ora finalmente è venuto fuori. Ed è l’interfaccia. Immaginate per un momento che il vostro notebook, Pc o iPhone non fosse personalizzabile a piacimento. Ma che tutti i comandi fossero stati bloccati da un ingegnere che, di sua sponte, avesse deciso posizione delle icone, comandi, menù di navigazione. Un incubo che renderebbe di fatto complicato l’uso del computer perché saremmo noi a doverci adattare a lui e non viceversa. Ecco, è proprio questo che — ancora oggi — succede nel mondo dell’auto. Eppure, qualcosa, finalmente, sta per cambiare: grazie alla Renault che sulla nuova Clio ha piazzato al centro della plancia un bel tablet touch screen. Si chiama Renault R-Link e promette la vera integrazione fra comandi vocale intuitivi, comandi al volante e, soprattutto, la possibilità di personalizzare tutte le funzioni essenziali con grande semplicità. Il cliente si potrà così costruire una specie di desktop per manovrare come lui ritiene più facile — senza distogliere lo sguardo dalla strada — tutti i comandi. Questo, si, un bel passo avanti per la sicurezza. La tecnologia è la strada maestra per limitare l’ecatombe sulle strade: molti incidenti sono causati da distrazione o manovre azzardate