Premafin non è in possesso di informazioni riferibili a presunti accordi tra Mediobanca e alcuni membri della famiglia Ligresti, e anzi si riserva ogni valutazione in merito.
Lo si apprende da una nota della holding che controlla FonSai e Milano Ass., in riferimento alle recenti notizie di stampa relative a presunti accordi stipulati tra i vertici di Piazzetta Cuccia e la famiglia Ligresti, nell’ambito del progetto di integrazione tra Premafin e le sue controllate con Unipol.

Nemmeno Unipol è a conoscenza di presunti accordi tra Mediobanca e i Ligresti. “Perché mai dovremmo essere preoccupati? Abbiamo già detto che non siamo a conoscenza di alcun accordo. Non abbiamo nessun accordo”.  Replica così l’a.d. di Unipol, Carlo Cimbri, incontrato nei pressi di Mediobanca, a chi gli chiedeva se la lettera sequestrata dalla Procura di Milano nell’ufficio di Cristina Rossello fosse motivo di preoccupazione per le parti coinvolte nel processo di fusione tra Unipol, Premafin e le controllate di quest’ultima FonSai e Milano Ass.
“Non posso esprimere pareri su faccende di cui non sono a conoscenza”, ha detto ancora il numero uno della compagnia bolognese. “Aspettiamo che venga fatta chiarezza. Tutta questa storia l’ho appresa dalle agenzie di stampa”.
Cimbri ha inoltre ridimensionato il ruolo di Cristina Rossello, la segretaria del Patto di sindacato di Mediobanca che in una conversazione registrata a sua insaputa da Jonella Ligresti avrebbe di fatto confermato l’esistenza di una lettera che proverebbe l’esistenza di un patto occulto tra Mediobanca e la famiglia Ligresti per riconoscere a quest’ultima una somma di 45 milioni in cambio del via libera a Unipol per il controllo di FonSai. “Questa Rossello l’ho sentita nominare per la prima volta in questi giorni”, ha infatti spiegato il top manager. “Non ha mai partecipato a riunioni o incontri, non e’ mai stata coinvolta né da parte di Premafin, né di Mediobanca. Di avvocati coinvolti” in questa partita “ce n’é di ogni tipo, ma questa Rossello proprio no”.