di Stefania Ballauco e Sonia Ciccolella
Al centro dell’attenzione anche dell’Europa, il tema del risparmio e della protezione dell’investitore copre molti dei dibattiti che si stanno sviluppando presso la Commissione europea con lo scopo di ricostruire quella fiducia intaccata da mesi di volatilità dei mercati, dai rischi di default degli Stati e dalla precarietà occupazionale. Nell’ambito dei servizi finanziari nel mese di luglio la Commissione ha proposto un pacchetto legislativo che comprende una proposta di Regolamento sui documenti contenenti informazioni chiave per i prodotti di investimento al dettaglio (PRIPs), una revisione della direttiva sull’intermediazione assicurativa (IMD II) e una proposta di emendamento della direttiva sugli Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (UCITS V). Relativamente ai cosiddetti PRIPs, packaged retail investment products, ovverosia i prodotti di investimento preassemblati rivolti ai clienti retail, la proposta della Commissione è di migliorare la qualità delle informazioni fornite ai consumatori quando considerano gli investimenti. I prodotti di investimento sono infatti spesso complessi e può essere difficile confrontarli o cogliere pienamente i rischi connessi. Oggi più che mai, la crisi impone maggiore attenzione nella gestione efficiente ed efficace dei risparmi, anche alla luce delle sempre crescenti difficoltà che si registrano tra i risparmiatori nell’accantonare risorse come risparmio e considerando che il mercato europeo degli investimenti al dettaglio vale 10 miliardi di euro. Nel dettaglio, la proposta della Commissione mira a mettere a disposizione dei risparmiatori informazioni contenute in una documentazione standard e facile da consultare, da realizzarsi con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, e quindi molto più «consumer-friendly» degli attuali prospetti. Questo documento è chiamato, Kid, Key information document, ovverosia documento contenente le informazioni chiave. La proposta prevede che ogni emittente di un prodotto di investimento (ad esempio i gestori di fondi di investimento, assicurazioni, banche) produca un documento per ogni prodotto di investimento, che fornisca informazioni sulle principali caratteristiche del prodotto, così come i rischi e i costi connessi all’investimento. L’informazione sui rischi sarà più semplice e comparabile possibile, senza però volere semplificare eccessivamente i prodotti complessi. Il KID renderà chiaro a tutti i consumatori il livello di rischio connesso all’investimento nel determinato asset e renderà nota la complessità del prodotto. I documenti potranno seguire uno standard comune riguardo struttura, contenuto e presentazione e in questo modo i consumatori saranno in grado di utilizzarlo per confrontare i diversi prodotti di investimento e, infine, per scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze. I prodotti per i quali saranno richiesti i KID sono tutti i tipi di fondi d’investimento, strumenti assicurativi, prodotti strutturati al dettaglio e strumenti derivati. Anche il comparto assicurativo è sotto la lente della Commissione Europea. Sempre in un’ottica di trasparenza e semplificazione, la Commissione Europea ha proposto altresì una revisione della direttiva sull’intermediazione assicurativa (IMD II), che regola le pratiche di vendita per tutti i prodotti assicurativi, da quelli generali a quelli contenenti elementi di investimento, dopo aver rilevato come spesso la scelta di uno strumento assicurativo non sia ben compreso dal consumatore finale, che non tiene conto dei rischi connessi all’acquisto di una copertura assicurativa. Anche per questo genere di strumenti, è fondamentale che il risparmiatore riceva un’accurata consulenza professionale, anche alla luce dei dati di alcune recenti ricerche che testimoniano di una spesso mancante (vale per oltre il 70% dei prodotti di natura assicurativa) attività di consulenza appropriata legata al collocamento di tali strumenti. La revisione della direttiva, oltre a rispondere a questa esigenza, potrà anche compensare la disomogeneità della legislazione comunitaria tra i vari Stati membri, oggi frammentata e superficiale rispetto ai dettagli della vendita di prodotti assicurativi, le cui regole si applicano oggi esclusivamente agli intermediari. Come sarà possibile raggiungere questo risultato? Migliorando, ad esempio, la trasparenza delle informazioni sui prodotti assicurativi, stabilendo condizioni paritarie per il collocamento di questi da parte degli intermediari di assicurazione e delle imprese di assicurazione, ottemperando alle seguenti nuove disposizioni: ?? Si applica lo stesso livello di protezione ai consumatori, indipendentemente dal canale attraverso il quale acquistano un prodotto assicurativo. Se un risparmiatore acquista un prodotto direttamente da un’impresa di assicurazione o indirettamente da un intermediario (ad esempio un agente o un broker), il consumatore riceverà lo stesso livello di protezione; dinamica che oggi non esiste, visto che l’attuale IMD riguarda soltanto le vendite fornite dagli intermediari. ?? Ai consumatori saranno fornite in anticipo informazioni chiare sullo stato professionale della persona che colloca il prodotto assicurativo. Il regolamento sarà introdotto per affrontare più efficacemente i rischi di conflitto di interessi, tra cui la divulgazione della retribuzione percepita dai collocatori di prodotti assicurativi. ?? Le vendite dei prodotti assicurativi dovranno essere accompagnate da consulenza professionale. ?? Sarà più facile per gli intermediari operare a livello transfrontaliero, favorendo così l’emergere di un vero mercato interno di servizi assicurativi. L’obiettivo della proposta della Commissione è quello, in sintesi, di aggiornare e migliorare la tutela dei consumatori nel settore assicurativo, con la creazione di standard comuni che accompagnano il collocamento dei prodotti di questo comparto su cui dovrà essere garantita un’adeguata assistenza. Inoltre, il Parlamento europeo ha chiesto che la revisione della IMD tenga conto della revisione in corso della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (Mifid II), a cui è dedicata parte di questo articolo. Ciò significa che in tema di regolamentazione delle pratiche di vendita di prodotti assicurativi vita con elementi di investimento, la proposta di direttiva rivista (IMD II) rispetti i medesimi standard di tutela dei risparmiatori delle direttiva Mifid II. L’attenzione della Commissione non si ferma qui. Anche la direttiva UCITS, Undertaking for Collective Investment in Transferable Securities Directive, ovverosia sugli Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, è all’ordine del giorno dei lavori europei. Le modifiche proposte dalla Commissione per le regole UCITS sono basate sull’esperienza della crisi finanziaria, che impone la messa in sicurezza dei risparmiatori e la protezione dell’integrità del mercato. In particolare, la proposta garantirà che il marchio UCITS rimanga affidabile, assicurando che i diritti e le responsabilità del depositario siano chiari e uniformi in tutta l’Ue. Merito infatti di questa direttiva è stato quello di aver creato un mercato integrato, finalizzato ad agevolare l’offerta transfrontaliera di fondi di investimento collettivo. Gestendo quasi sei trilioni di euro in beni, la UCITS ha avuto successo ed è stata ampiamente utilizzata dagli investitori al dettaglio, avendo stabilito per i fondi di investimento l’introduzione del passaporto europeo, che consente di operare in un mercato più vivace e dinamico perché ha ampliato il bacino di offerta di prodotti disponibili, in tutta Europa. Così facendo è stata garantita al contempo una tutela più efficace e più uniforme dei detentori delle quote ed è st
ato elaborato un coordinamento delle legislazioni nazionali che agevolasse l’abolizione delle restrizioni alla libera circolazione di quote di UCITS nella Comunità, contribuendo alla stabilità del sistema finanziario. La direttiva ha poi previsto norme minime comuni per quanto riguarda l’autorizzazione, la vigilanza, la struttura e l’attività degli UCITS stabiliti negli Stati membri, nonché le informazioni che sono tenuti a pubblicare. Il mercato finanziario europeo è quindi in gran fermento a seguito delle proposte della Commissione europea, tanto che all’inizio del mese di luglio CFA Institute, EuroFinuse, FECIF (di cui Anasf fa parte), EFAMA e AILO (le principali associazioni e federazioni del settore) in una nota congiunta hanno voluto sottolineare alcuni passaggi delle proposte avanzate in sede europea, riconoscendo apprezzamento per l’intenzione e l’obiettivo di tutelare efficacemente gli investitori. La trasparenza e la comparabilità sono infatti elementi fondamentali per aiutare i cittadini europei a costruire il risparmio finanziario necessario per il loro futuro benessere. Nel comunicato scritto a più mani si legge anche come sia necessario che il regolamento PRIPs copra la più ampia gamma di investimenti di prodotti possibile, perché in caso contrario mancherà il suo obiettivo di consentire agli investitori di confrontare facilmente un prodotto con un altro. «La nuova legislazione», recita la nota congiunta, «deve anche garantire la parità di condizioni nelle pratiche di vendita, visto che tali pratiche di vendita di prodotti di investimento al dettaglio dovrebbero essere costituite ai sensi della Mifid e della IMD e attraverso diversi canali di distribuzione». E se il formato e il contenuto dei documenti informativi dovrebbero essere il più possibile standardizzati per consentire agli investitori individuali di confrontare il rendimento atteso, come anche i rischi e i costi dei diversi prodotti di risparmio, il gruppo di associazioni e federazioni europee rileva come tale traguardo sarà probabilmente difficile da raggiungere, a causa della diversità dei prodotti di investimento. Questo è il motivo per cui CFA Institute, con il supporto attivo di EuroFinuse e FECIF, sta conducendo una ricerca sulla presentazione della standardizzazione dei costi nel KID per i PRIPs, da pubblicare in autunno. Un fronte comune di investitori europei, di utenti dei servizi finanziari, di promotori finanziari, di asset managers e di compagnie assicurative vita, che operano oltre frontiera, si stanno quindi rimboccando le maniche per rendere l’iniziativa proposta dalla Commissione europea un’efficace azione di miglioramento delle condizioni del mercato. E proprio sulla Mifid, (Markets in Financial Instruments Directive, la direttiva dei mercati negli strumenti finanziari) si apre una capitolo imponente. Allo stato attuale in fase di revisione, verosimilmente nel 2013 la nuova Direttiva sarà emanata dalla Commissione europea e gli Stati membri dovranno implementarla. Anasf ha sempre seguito da vicino il processo di implementazione della Mifid, in ragione del forte impatto che la stessa ha avuto sulla regolamentazione del mercato finanziario europeo e in particolare, per quanto riguarda la categoria dei promotori finanziari e la tutela dei risparmiatori. Il nodo del contendere, che ha visto il Fecif e Anasf intervenire e pronunciarsi, riguarda in particolare il concetto e la descrizione di consulenza in materia di investimenti prestata su base indipendentemente, quindi remunerata a parcella direttamente dal cliente all’operatore. Dalla lettura del testo della Commissione Europea sembra emergere un errore logico, secondo cui è la forma di pagamento della consulenza che stabilisce la qualità dei suoi contenuti. Il semplice fatto che venga pagata dal cliente una parcella per la consulenza non garantisce un servizio di alta qualità. L’Associazione e la federazione europea hanno voluto sottolineare come una più ampia base di strumenti finanziari a disposizione per gli investitori non rappresenti sempre garanzia di qualità del servizio prestato. L’elemento cardine della consulenza è infatti rispondere ai bisogni della clientela, attraverso raccomandazioni adeguate, a cui fa seguito un’attività di assistenza continua e di monitoraggio, in grado di soddisfare le reali esigenze del risparmiatore. Ciò che Anasf, in definitiva, intende sottolineare è che è necessario puntare sulla massima trasparenza delle informazioni da fornire al risparmiatore, anche sugli incentivi percepiti, così come proposto dal relatore del Parlamento Europeo Markus Ferber. Il dialogo su base europea continua.