Giovanni Perissinotto rompe il silenzio, dopo la sua uscita di scena il 2 giugno scorso da ceo del gruppo Generali e l’ingresso di Mario Greco ai vertici del Leone.
In un’intervista rilasciata all’ANSA e riportata da diversi quotidiani nazionali, Perissinotto ha detto di aver sempre fatto il suo dovere, e di averlo chiarito tutto.
«In Generali si è certamente chiusa un’epoca», ha detto, commentando il cambio della guardia con un «group ceo» esterno come Mario Greco, con il quale ancora non c’è stato ancora alcun contatto, ma verso il quale Perissinotto si mostra aperto: «Se desidera lui avere una chiaccherata, che si faccia vivo: da parte mia non c’è nessuna preclusione, anzi».
«Ora comunque il gruppo navigherà per la prima volta in acque mai navigate prima», ha dichiarato. «I fatti sono davanti a noi, ognuno poi li interpreta. O una compagnia accetta l’internazionalizzazione anche nell’azionariato, oppure è destinata a regionalizzarsi». Le Generali «oggettivamente non hanno fatto aumenti di capitale».
« Io personalmente ho sempre creduto alle Generali come a un gruppo molto internazionale, è qualcosa che è da sempre nel suo Dna: le Generali a Trieste sono come la Coca Cola ad Atlanta o Boeing a Seattle». L’Italia, in fondo, resta un mercato dei capitali abbastanza asfittico.
Perissinotto, che per ora rimane nel consiglio delle Generali, ha dichiarato all’Ansa di avere molte opportunità professionali anche estere a cui guardare.
Anche se la sua esperienza si è conclusa non come desiderava, ha aggiunto che «è sacrosanto si sia conclusa: ero entrato nel dodicesimo anno da amministratore delegato. Queste posizioni si completano, si esauriscono, ed è giusto sia così, se no non c’è mai un ricambio, che è fondamentale».