di Alberto Salato*
Insieme agli effetti della crisi del debito sovrano, l’accordo Solvency II, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2014, continua a dominare l’agenda delle società di assicurazione europee. In effetti, la natura radicale di questo nuovo quadro regolamentare europeo obbliga a un profondo ripensamento delle strategie di investimento e di business. Tuttavia, nonostante i notevoli sforzi fatti dal settore per prepararsi al cambiamento, è ancora molto incerto come gli assicuratori possano soddisfare i requisiti di Solvency II. Cercando di fare chiarezza, BlackRock ha commissionato all’Intelligence Unit dell’Economist uno studio dettagliato su Solvency II a livello europeo. Ebbene, la ricerca evidenzia che le nuove regole comporteranno grossi cambiamenti nelle politiche di asset allocation. Le previste modifiche, in linea con le aspettative dei mercati, dovrebbero vedere l’uscita dall’azionario a favore delle obbligazioni societarie. Ma sorprende la percentuale di assicuratori che prevedono di aumentare gli investimenti in strumenti alternativi, soprattutto se si considera che in base alla formula standard di Solvency II questi particolari impieghi saranno soggetti a requisiti di solvibilità più stringenti. Dietro quest’apparente anomalia si cela il trade-off tra costo e rendimento potenziale: appare logico che le compagnie diversifichino i portafogli e cerchino di bilanciare l’impatto di requisiti patrimoniali potenzialmente più elevati per determinate asset class con la possibilità di rendimenti aggiustati per il rischio superiori, che molti sono convinti di ottenere proprio con gli strumenti alternativi. Tale necessità appare ancora più pressante nel contesto attuale, in cui le difficili condizioni di mercato rendono sempre più attraenti rendimenti stabili e poco correlati. La vera sfida per gli assicuratori riguarderà allora la gestione del rischio. Una netta maggioranza di tali società ritiene che Solvency II determinerà un uso più ampio dei derivati, per bilanciare attività e passività, garantire il capitale e gestire la volatilità. Inoltre, l’introduzione di Solvency II coincide con una fase di continuo mutamento dei mercati dei derivati, soggetti a un nuovo e complesso quadro regolamentare. Di conseguenza tutti coloro che impiegano questi strumenti, compresi gli assicuratori, dovranno cercare un partner di investimento affidabile che disponga di infrastrutture e know-how in linea con i migliori standard di mercato. La maggior parte delle compagnie coinvolte nella ricerca si mostra preoccupata degli obblighi relativi a tempestività e completezza dei dati discendenti da Solvency II e teme per la qualità dei dati ricevuti da terzi, in particolare per quanto concerne la richiesta di trasparenza sui fondi comuni. Per affrontare questa sfida sono necessari importanti investimenti da parte di assicuratori e provider, nonché una vera partnership tra questi due fronti. La direttiva europea sta inducendo le imprese assicurative a considerare la piena portata del rischio legato alla sottoscrizione di garanzie: due terzi degli assicuratori vita e delle compagnie vita e danni intendono ristrutturarsi per gestire in-house i propri fondi garantiti. Le autorità europee hanno inoltre deciso di consentire un «matching premium» su alcuni prodotti assicurativi a lungo termine come le rendite, dove il comportamento dell’assicurato non può incidere negativamente sulla redditività del contratto. Questo compromesso rivela che la minaccia immediata al segmento delle rendite non è ancora svanita. Tuttavia è importante notare che il «matching premium» è stato concesso solo su base temporanea: in realtà, secondo l’accordo di compromesso la sua applicazione sarà valutata su un arco temporale di trecinque anni e, se ritenuta inadeguata, sarà gradualmente ritirata. La ricerca evidenzia quanto ancora resta da fare per assicurare il pieno rispetto di questo nuovo quadro normativo, che sta rivoluzionando il settore assicurativo europeo, visto che incoraggia le imprese assicurative a costruire portafogli più dinamici, ma è anche fondamentale in una prospettiva di gestione del rischio, data la natura non statica di quest’ultimo. È ancora troppo presto per valutare pienamente il possibile impatto sui mercati finanziari di Solvency II, ma la ricerca indica che la maggior parte degli assicuratori prevede una maggiore volatilità e una ridotta domanda di azioni. Al contempo, la caccia al di rendimento continuerà a dominare la scena, in particolare per gli assicuratori vita. Superare questo dilemma significa cercare il rendimento in diverse situazioni, mantenendo sempre il focus su una costruzione attenta del portafoglio, in modo da ridurre il fabbisogno e quindi il costo del capitale. (riproduzione riservata) *responsabile del business istituzionale, BlackRock Italia