Continua il dibattito sul documento di consultazione ISVAP 49/2012. E’ ora il turno di Pasquale
Laera, già presidente del Gruppo Agenti Allianz Lloyd Adriatico, che ci ha inviato la nota che riportiamo.
Con il testo del regolamento 49 sull’obbligo in capo agli intermediari di presentare 3 preventivi di compagnie appartenenti a gruppi diversi e relative condizioni di assicurazione, si travalica ogni logica plausibile nell’applicazione di una normativa già di per se nata ibrida.
Legittima e condivisibile la linea di principio con la quale il legislatore aveva tentato di inserire, nelle dinamiche del mercato della RCA in Italia, degli elementi che avviassero una sostanziale riduzione delle tariffe .
Altrettanto restrittiva, aggressiva e destabilizzante suona oggi la pubblicazione, per ora in pubblica consultazione, del citato regolamento .
A voler tentare una lettura “fanta-politica”, sembra che l’ISVAP, all’indomani dell’auspicato riordino delle autorities italiane, che forse solo un governo di tecnici poteva razionalizzare, abbia voluto gettare scompiglio nel momento in cui qualche altra autorità di controllo o qualche attento magistrato, sembra voler fare chiarezza su alcune vicende che stanno squassando il panorama dell’industria delle assicurazioni nel nostro paese .
Va ricordato quanto, già in passato, l’ISVAP non si sia distinta, come ci pare abbiano tentato di fare altre analoghe autorità di vigilanza, nell’affiancare ad una debita, istituzionale, imparziale ed oggettiva attività di controllo una funzione di concertazione, quasi accademica, per indurre la più ampia riflessione su temi così duramente impattanti sull’economia del Paese .
Soprattutto nelle lacune create a tratti dal legislatore, nelle incombenti direttive comunitarie, nelle tensioni tra associazioni di consumatori e quelle delle Imprese, senza contare, anche perché regolarmente ignorate, delle centinaia di migliaia di impiegati nel settore a vario titolo, dai dipendenti delle Compagnie, alle varie categorie di intermediari, dei loro dipendenti e collaboratori .
Un’ occasione persa della possibilità di interpretare un’ attività di vigilanza secondo un modello moderno, non solo orientato al controllo ed alla sanzione, ma “ motore d’avviamento “ di un intero comparto, vitale per la crescita economica equilibrata in un paese dilaniato da vari squilibri .
Tuttavia, quell’ISVAP è stato lo specchio di un intero settore , quello delle assicurazioni appunto, che, in particolare in Italia, ha preferito la gestione finanziaria a quella propriamente industriale .
Questa scelta emerge, oggi, in tutti i limiti che ne derivano, nell’evidenza di un management generalmente “datato” e nell’assenza totale di qualsiasi propensione all’innovazione, sia di processo che di prodotto .
Fino a quando, infatti, i proventi derivanti dagli investimenti dei fatturati, sono risultati favoriti dai mercati finanziari, che motivo c’era di attivarsi per innovare, migliorando prodotti e tariffe, realizzando economie di scala nell’adeguamento dei processi informatici, per avvicinare quote nuove di mercato, ancora inespresso in Italia, come tutte le analisi dimostravano da tempo ?
Quando la musica è cambiata, quando i mercati finanziari non hanno più dato rendimenti sufficienti a compensare le perdite rivenienti da una gestione industriale impostata verso la massimizzazione della raccolta premi rispetto all’equilibrio del risultato tecnico, è crollato il mondo !
Il caso drammatico che riempie le pagine dei giornali in questi mesi, mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e getta discredito su tutto il comparto, è forse l’emblema di un 11 settembre delle assicurazioni italiane mettendone a nudo tutti i ritardi, gli opportunismi, le politichette di poltrone usate come merce di scambio di cui ha sofferto finora .
Forse è tempo di affidarsi a dei tecnici anche nel business delle assicurazioni nostrane .
Forse è opportuno ritornare a pensare alle funzioni vere degli organismi di controllo ed agli utilizzi possibili per costruire, o ricostruire, e non solo minare alle basi un sistema le cui economie, penso alle riduzioni delle tariffe RCA, non possono essere affidata a soluzioni dalla prospettiva a breve ( Reg.to ISVAP 49), ma dal recupero di un disegno complessivo proiettato verso un futuro sostenibile per le Imprese (Compagnie), compatibile con le professionalità impegnate (Intermediari) e realmente utile per gli utilizzatori finali (Consumatori ) .