DI SIMONA D’ALESSIO
Diminuiscono gli infortuni sul lavoro, in Italia: 725.174 casi denunciati nel 2011 (-6,6% rispetto all’anno precedente), e le vittime restano sotto quota mille. Ma aumentano le malattie professionali (+9,6%), con un allarmante boom nell’agricoltura, dove il fenomeno sale del 24,8% al confronto con il 2010. Al netto della crisi economica e occupazionale, però, il calo reale degli incidenti è stimato intorno al 5%. Il rapporto Inail 2011, presentato ieri a palazzo Montecitorio, a Roma, alla presenza del presidente della camera Gianfranco Fini e del ministro del welfare Elsa Fornero, testimonia, dichiara il commissario straordinario dell’istituto Massimo De Felice, come «la serie storica del numero di infortuni sul lavoro prosegua l’andamento decrescente», incluse le «morti bianche», arrivate a 920 (-5,4% in un anno, -7,6% rispetto al 2009, quando furono 1.053). L’erosione è, dunque, generalizzata nei settori produttivi, e si scopre che il 90% degli episodi si concentra nell’industria e nei servizi, il 6% in agricoltura e il 4% tra i dipendenti statali; gli infortuni in occasione di lavoro (circa il 90% del complesso delle denunce) passano da 687.970 a 643.313 nel 2011, e si segnala una contrazione rilevante (-7,1%) per quelli in itinere (durante il trasferimento dall’abitazione al luogo in cui si svolge l’attività, e viceversa), scesi da 88.129 a 81.861. I cantieri diventano meno insidiosi anche per gli stranieri, poiché nel 2010 si contavano 119.396 ferimenti, l’anno successivo si va a quota 115.661 del 2011 (-3,1%), e si registra una lieve fl essione delle vittime (138.141); nel 2011 risultano assicurati all’Inail circa 3 milioni di immigrati, ben il 17,8% in più del 2007, una crescita «dovuta non solo a un numero maggiore di assunzioni, ma soprattutto alla regolarizzazione dei contratti di badanti e colf». La carenza di opportunità occupazionali, specie al Sud, produce effetti che si rifl ettono anche sul fenomeno infortunistico: -6,1% al Nord-Ovest, -6,2% al Nord-Est, -6,4% nelle regioni centrali e -8,1% nel Mezzogiorno. In controtendenza, le malattie professionali con un incremento di denunce dalle 42.465 del 2010 alle 46.558 (+9,6%), oltre 17 mila in più rispetto al 2007. Cifre che, spiega l’Inail, «traggono prevalente fondamento nelle attività intraprese e nelle novità legislative introdotte nel corso degli ultimi anni, che hanno particolarmente intensifi cato le attività di informazione, formazione e prevenzione ». Dunque la sensibilizzazione dei datori di lavoro, dei lavoratori, dei medici di famiglia e dei patronati, ha fatto emergere molte patologie «perdute», soprattutto osteo-articolari e muscolo-tendinee. Fornero si dice convinta che la tutela della forza lavoro «può valorizzare il capitale umano», traducendosi in un «incentivo alla produzione», e conferma, infi ne, l’impegno preso in Parlamento alcune settimane fa di definire le deleghe attuative del testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (il dlgs 81 del 2008) entro il 2012. © Riproduzione riservata