L’ANIA ha elaborato i risultati della statistica annuale relativa al ricorso della rendita vitalizia per gli esercizi 2008-2010; l’indagine è stata condotta su un campione di 54 imprese operanti nel settore, con una rappresentatività pari al 77% (in termini di premi 2011) dell’intero mercato vita. Le rettifiche effettuate da parte di alcune imprese, nonché la diversa composizione del campione, spiegano le lievi differenze degli indicatori e dei valori per l’anno 2008 e 2009.
Sono state analizzate distintamente due tipologie di contratto: quelle di capitale con opzione di conversione in rendita (1° gruppo) e quelle di rendita differita (2° gruppo). Per ciascuna di queste tipologie si è proceduto al calcolo di alcuni indicatori statistici allo scopo di misurare il fenomeno del ricorso alla rendita vitalizia, sia in termini di numero di contratti sia in termini di importi maturati a scadenza.
Nel triennio analizzato (2008-2010), il capitale medio di tutti i contratti giunti a scadenza, è stato pari a 18.250 euro, di cui 17.421 euro relativamente a contratti d i capitale e 26.463 euro relativamente a capitali di copertura dei contratti di rendita differita.
Relativamente ai contratti che han no dato luogo al paga mento della rendita, l’importo medio complessivo dei capitali di copertura è stato pari a 34.440 euro: nel dettaglio, i contratti di capitale hanno registrato un ammontare me dio pari a 35.904 euro, superiore rispetto a quello dei contratti di rendita differita ( 34.293 euro). Negli ultimi tre anni analizzati l’importo medio d ei contratti di capitale è aumentato significativamente arrivando ai livelli di quello dei capitali di copertura del le rendite differite.
La propensione alla rendita – cioè il rapporto tra le rendite attivate (sia come numero che come importo) e i contratti in scadenza – conferma il numero piuttosto contenuto di opzioni esercitate, specialmente per quanto riguarda i contratti stipulati in forma di capitale.
In tutto il triennio 2008- 2010, il numero complessivo dei contratti (di capitale e di rendita differita) giunti a scadenza è stato pari a 2,7 milioni per un ammontare di 49,5 miliardi di euro; la me dia ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata, in termini di numero di contratti, dello 0,445% (0,4 60% negli esercizi 2007 -2009), mentre, in termini di importi, dello 0,839% (0,818 % negli esercizi 2007-200 9). Nel 201 0, a fronte di un numero maggiore di contratti arrivati a scadenza, si sono registrati i tassi di propensione alla rendita più bassi di tutto il triennio, sia per i contratti di capitale sia per quelli di rendita differita.
In particolare, a fronte di 2,5 milioni di contratti di capita le giunti a scadenza, nel triennio 20 08-2010 la propensione alla rendita è stata dello 0,045%, in calo rispetto allo 0,138 % relativo agli esercizi 2007-2009. In termini di importi, la somma dei capitali giunti a scadenza è stata pari a 42,9 miliardi di euro, di cui solo lo 0,092% (0,193% negli anni 2007-2009 ) afferente a polizze che hanno esercitato l’opzione di rendita.
Riguardo ai contratti di rendita differita, a fronte di 249 mila polizze giunte a fin e differimento, il 4,406% ha visto l’erogazione di un a rendita (4,054% negli esercizi 20 07-2009), mentre, dei 6,6 miliardi di euro costituenti i capita li di copertura, il 5,709% (5,794% negli anni 2007-2009) ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita.
Attraverso lo studio del coefficiente di variazione, ossia l’indice di dispersione che permette di valutare la variabilità dei valori oggetto di studio in ragione della media ( ?x/?), si osserva una volatilità di propensione alla rendita per impresa maggiore nei contratti di capitale rispetto a quelli di rendita differita (Tabella 3). Rispetto alla valutazione precedente (2007-2009), si registra, per i primi, un significativo aumento del coefficiente, soprattutto in termini di importi maturati a scadenza mentre, per i secondi, una diminuzione del valore del coefficiente.