Emergono le prime indicazioni sui destinatari delle azioni di responsabilità che l’assemblea di FonSai sarà chiamata a votare entro fine settembre.
Si tratta del presidente onorario della compagnia, Salvatore Ligresti, chiamato in causa per la maxi-parcella da 42 milioni di euro ricevuta per presunte consulenze immobiliari, e dell’ex a.d. Fausto Marchionni, che avrebbe avuto un ruolo centrale nell’accordare i pagamenti. Il manager ha lasciato il timone di FonSai lo scorso anno ricevendo una buonuscita di 11 mln nonostante la compagnia versasse in gravi condizioni patrimoniali.
Si rafforza, intanto, la pattuglia di azionisti FonSai che si oppongono all’operazione di integrazione con Unipol e che, al momento opportuno, potrebbero dare manforte alla soluzione alternativa proposta da Sator e Palladio Finanziaria. Come anticipato da milanofinanza.it, l’hedge fund Antares European Fund ha rastrellato almeno lo 0,7% del capitale ordinario della compagnia guidata da Emanuele Erbetta. Con questa partecipazione il fondo, che ha sede nel paradiso fiscale delle Bermuda, ha partecipato all’ultima assemblea di FonSai, quella del 27 giugno scorso, votando contro la delibera sull’aumento di capitale da 1,1 miliardi.
Nel frattempo, la riunione del board della capogruppo Premafin ha deliberato di proseguire con il piano di fusione proposto da Unipol, che porterà all’integrazione in un unico soggetto industriale assorbendo anche FonSai e Milano Ass. Come da copione, non sono mancati i colpi di scena, al termine di un Cda che e’ durato oltre sei ore e che ha portato tra l’altro alle dimissioni dell’ennesimo consigliere, Mario Zanone Poma.
Messa apparentemente all’angolo sia da Unipol sia dal custode giudiziario, anche questa volta la holding sembra avere trovato il modo per sottrarsi alla manovra a tenaglia, ritagliandosi ulteriore tempo e mantenendo praticabili all’occorrenza tutte le alternative a propria disposizione.
La riunione di ieri serviva tra le altre cose a prendere in esame la richiesta avanzata dal custode giudiziario dei due trust – The Heritage e Ever Green Security – che detengono una partecipazione di circa il 20% della holding sequestrata per ordine della Procura di Milano a seguito di un’indagine svolta della Consob. La Procura ritiene infatti che il beneficiario dei due trust sia Salvatore Ligresti e che i due veicoli abbiano sostenuto artificialmente i corsi del titolo Premafin acquistando e vendendo costantemente nuove azioni al termine di ogni seduta borsistica. Alterandone, quindi, il valore.
Il custode, Alessandro Dalla Cha’, ha chiesto a Premafin di convocare al più presto una nuova assemblea straordinaria per dare ai soci della società l’opportunità’ di valutare entrambe le proposte giunte per il salvataggio della galassia Ligresti. Vale a dire, oltre a quella di Unipol che e’ sostenuta da Mediobanca e Unicredit, anche quella dei due fondi Sator e Palladio, fino ad oggi non sottoposta al giudizio dell’assemblea. Tale ipotesi è naturalmente osteggiata da Unipol, che si fa forte di un accordo di esclusiva sottoscritto dalla stessa Premafin lo scorso inverno, destinato tuttavia a scadere il prossimo 20 luglio. Se i Ligresti non rispetteranno i patti e continueranno a temporeggiare, la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri è pronta a trascinare la capogruppo in tribunale, chiedendo i danni per il mancato rispetto degli accordi.
Unipol stessa, in una nota, ha accusato di faziosità il custode: la sua richiesta al board id Premafin si basa in effetti su una fairness opinion commissionata allo studio Vitale da Sator e Palladio. Un parere, quindi, giudicato di parte. Che e’ tuttavia bastato alla capogruppo per convocare l’assemblea straordinaria richiesta dal custode giudiziale.