La Bce «è pronta a fare tutto quanto è necessario per salvaguardare l’euro. E, credetemi, sarà sufficiente». Con queste parole il presidente dell’Eurotower ha provata ad arginare (in parte riuscendoci) la speculazione che si è abbattuta nei giorni scorsi sui titoli di stato spagnoli e italiani. Intervenendo a un convegno monetario a Londra, Draghi ha detto che i Paesi dell’area dell’euro «hanno fatto grandi progressi» e che l’eurozona «ha il potere per sconfiggere la speculazione sui mercati».
Nel suo intervento alla Global investment conference organizzata dal governo britannico, l’ex governatore di Bankitalia ha ribadito che l’euro «è irreversibile» e, ha aggiunto, «non si tratta solo di parole». L’opinione pubblica, compresi quindi mercati e investitori, «non dovrebbe sottostimare il capitale politico investito nella moneta unica». I mercati, ha detto Draghi, «scontano per l’euro meno forza e meno progressi di quanto sia giusto in realtà» ed è, comunque, «inimmaginale» che un Paese abbandoni la moneta unica.
Tutti i Paesi dell’area dell’euro, ha ricordato Draghi, hanno compiuto «progressi straordinari» negli ultimi sei mesi e il cammino delle riforme «non si è fermato nei Paesi dell’Europa del Sud, come Spagna, Italia e Portogallo».
Non è compito della Bce svolgere compiti che «spettano ai governi nazionali» e l’Eurotower «vuole agire all’interno del proprio mandato» ma, entro questo mandato, la Bce «vuole vincere la battaglia con la speculazione», facendo «tutto quello che è necessario per salvaguardare l’euro». Agendo all’interno del mandato, ha spiegato Draghi, «facciamo sì che la nostra azione sia giusta ed efficace. Non vogliamo sostituirci ai governi nei loro compiti, non è il nostro lavoro. Il nostro lavoro è mantenere la stabilità dei prezzi e risolvere il problema della frammentazione dei mercati».
Per Draghi l’eurozona ha gli strumenti per contrastare la speculazione sui mercati anche grazie ai nuovi «muri» contro il contagio che «sono pronti ad agire in modo più efficiente che in passato». L’ultimo vertice europeo «è stato un grande successo» e «un momento di riconoscimento» e la Bce è ora determinata a «spezzare il legame tra i sistemi bancari e gli stati» dell’eurozona che, attraverso il canale dei titoli di stato, sta facendo avvitare l’Europa in una spirale negativa.
Il mercato interbancario «non sta funzionando bene – ha proseguito Draghi – in diversi Paesi» e persiste in Europa «una situazione di avversione al rischio». Draghi ha anche tracciato il percorso per arrivare a «più unione» in Europa, cosa che, ha aggiunto, comporterà in futuro «anche la condivisione di sovranità nazionale»: le proposte della Commissione ue sulla nuova vigilanza bancaria europea sono attese per l’inizio di settembre, seguirà la creazione di un fondo per la risoluzione bancaria e, infine, l’attivazione del fondo di garanzia europea dei depositi.
Per Draghi, infine, la soluzione del problema degli spread, e quindi di rendimenti troppo elevati sul debito sovrano di alcuni Paesi dell’eurozona, «rientra nel mandato della Bce, nella misura in cui il livello di questi premi di rischio impedisce la giusta trasmissione delle decisioni di politica monetaria» prese dalla banca centrale.
Parole di approvazione per la presa di posizione di Draghi sono arrivate immediatamente da Parigi, che è il bersaglio successivo all’Italia individuato dagli speculatori. Ul ministro dell’Economia e delle Finanze, Pierre Moscovici, ha giudicato «completamente positiva» la dichiarazione di Draghi. Moscovici ha espresso anche la necessità di implementare le decisioni prese nell’ultime vertice Ue di giugno. «Non mi voglio mettere nè al posto dell’Efsf nè della Bce, di cui rispetto l’indipendenza. Voglio dire semplicemente che questa dimensione d’intervento sui mercati non deve restare due righe alla fine di una riunione Ue – ha dichiarato Moscovici. «Dobbiamo trovare migliori strumenti, meccanismi e canali per la sua attuazione in modo appropriato a seconda della situazione nelle prossime settimane e mesi», ha concluso.