Il neo presidente dell’Unione Europea Assicuratori, Filippo Gariglio, punta l’indice sull’aumento della tassazione delle polizze Rc Auto delegata alle Province dal recente Dlgs 68/2011. In una lettera aperta inviata alle istituzioni e alla stampa l’Uea rileva come in attuazione al decreto le province abbiano la facoltà di modificare le tasse sull’Rc auto del 3,5% rispetto al 12,5% attualmente in vigore in tutto il Paese, “ma Uea sapeva che la direzione percorsa dagli enti territoriali, alle prese con tagli di bilancio, sarebbe stata solo verso l’alto. Così al 27/06/2011 erano già 29 (ora sono 40) le provincie italiane che avevano scelto l’aumento del 3,5%, un bel 30% di incremento, portando le tasse al 16% sui contratti auto, che aggiunte al SSN porta tale quota al 26% del premio”.
A pagare saranno i cittadini. “Eppure – scrive Gariglio – tutti, politici in primis, da tempo ripetono che i premi delle polizze auto in Italia sono troppo care, ma proprio lo Stato che dovrebbe dare l’esempio, facendo un passo in altra direzione, aumenta il prelievo fiscale sui contratti Rc auto, obbligatori per gli automobilisti e di così alto valore sociale”.
Il provvedimento già stigmatizzato dal presidente dell’Ania Cerchiai nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione sta già scatenando più di una polemica a livello locale.
“La leva fiscale più bassa – Sottolinea Gariglio – potrebbe aiutare lo sviluppo assicurativo in altri settori di grande impatto sociale, oltre l’Rc auto. Ciò non solo è indice di riferimento per società più evolute, ma permetterebbe allo stato di ridurre la spesa pubblica per le sue prestazioni sociali a favore dei cittadini per migliorare la qualità della vita”.
Alle prese con la delicata manovra correttiva e messa sotto tiro dalla speculazione internazionale l’Italia chiede sacrifici ai cittadini, mentre per la classe politica i sacrifici sono rimandati alla prossima legislatura.
“Non possiamo rimanere indifferenti a questa ennesima angheria – conclude Gariglio – la via più facile per fare cassa, che va a detrimento dello sviluppo dell’intero Paese e finiremo di pagare noi intermediari insieme ai nostri clienti. Abbiamo il dovere di provare a disinnescare questo circolo vizioso risvegliando le nostre coscienze, da seri imprenditori che quotidianamente “lottano” per mantenere in utile le proprie agenzie, portando le nostre istanze in ogni sede ed in ogni occasione utile. Permetteteci di essere indignati”.