Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella di consentire alle imprese di scegliere se aderire alla normativa dal 2013. È un’apertura che sembra accontentare tutti. Soprattutto Francia e Germania
Ufficialmente non c’è alcun rinvio. La nuova regolamentazione europea Solvency II, che cambierà le regole di capitalizzazione delle compagnie di assicurazione della Ue (premiando le imprese più virtuose nella gestione dei rischi e quelle con i controlli interni più stringenti), partirà per tutti il 1° gennaio 2013.
Ma nei corridoi delle istituzioni europee si sta lavorando alacremente per posticipare almeno un po’ l’entrata in vigore delle nuove norme, con l’arduo compito di cercare di accontentare tutti i soggetti coinvolti. Tra le soluzione prospettate ci potrebbe essere quella di lasciar decidere alle singole assicurazioni se aderire o meno a Solvency II, o quantomeno di scegliere se allinearsi in maniera leggera o invece di accogliere in pieno, fin da subito, tutte le nuove norme. Una sorta di Solvency II à la carte, insomma, che avrebbe il vantaggio di consentire alle istituzioni europee di rispettare i tempi indicati nell’agenda politica, accontentando però allo stesso tempo chi vorrebbe temporeggiare. La soluzione è salomonica e piuttosto complicata, ma avrebbe il vantaggio di risolvere una questione altrettanto intricata. Da una parte, infatti, ci sono le grandi imprese assicurative (soprattutto quelle che lavorano molto nel ramo Vita) che hanno speso ingenti risorse e mezzi per allinearsi alle nuove regole, creando magari modelli interni di gestione del rischio. E grazie a questi modelli, non appena entrerà in vigore Solvency II, avranno probabilmente la possibilità di ridurre il proprio capitale accantonato rispetto alla situazione attuale, liberando risorse. Per loro, quindi, Solvency II appare un’opportunità da attendere con puntualità.
Opposto è invece il discorso per le imprese assicurative più piccole, che non hanno la possibilità di creare modelli interni perché troppo costosi e complicati rispetto alle strutture di cui dispongono. Per queste assicurazioni allinearsi alle nuove norme è un impegno che difficilmente darà frutti, specie per quelle che operano prevalentemente nel ramo Danni, che rischiano di dover aumentare il capitale a copertura dei rischi, con un incremento dei costi. Per esse un rinvio sarebbe quindi quantomai benvenuto, specie nel difficile momento di mercato attuale. Di questi interessi sembrano essersi fatti portatori Paesi come Francia e Germania, preoccupati delle conseguenze che le nuove normative potrebbero avere sulle numerose piccole e medie imprese che caratterizzano il mercato assicurativo del mercato tedesco e francese, dove è molto diffuso il modello della mutua. Ma in Francia e Germania, come si sa, non mancano neppure i grandi gruppi, come il colosso francese Axa o il leader tedesco Allianz
. Quale migliore soluzione quindi di consentire alle singole imprese di decidere quando e in che misura aderire a Solvency II? Lo stesso commissario europeo per il mercato interno, il francese Michel Barnier, qualche tempo fa aveva lasciato aperta l’eventualità di un ingresso morbido degli assicuratori europei verso le nuove regole. E ora la strategia starebbe prendendo corpo, con l’ipotesi appunto di consentire ai singoli operatori, indipendentemente dal Paese in cui operano, in che misura e quando allinearsi alla nuova Solvency. Una soluzione che sarebbe da preferire a un rinvio vero e proprio di un anno (anch’esso sul tavolo) perché in grado di raccogliere un maggior numero di consensi. La partita però è tutta aperta. E non bisogna dimenticare che in campo ci sono anche i regolatori europei, raccolti nell’Eiopa (le Isvap di tutta la Ue), che dal canto loro spingono per un rispetto delle scadenze. Solo qualche giorno fa il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, in occasione della relazione annuale Ania, ha invitato le imprese italiane a continuare a lavorare alacremente nel presupposto che Solvency II entri in vigore da inizio 2013. Il pallino però ora è in mano al Consiglio Ue, che sta discutendo la direttiva Omnibus II che servirà per raccordare la legislazione europea sulle polizze alla nuova architettura di vigilanza Ue. Proprio questo documento (che passerà infine all’esame del Parlamento Ue) dovrà definire anche tempi e modi di un eventuale rinvio di Solvency II. (riproduzione riservata)