Intanto nella relazione annuale Cerchiai (Ania) chiede più poteri per la nascente agenzia Antifrode E sul caro-Rc Auto ribatte: tutta colpa dei costi dei sinistri, molto più alti rispetto alla media europea
Le compagnie assicurative italiane, nonostante la crisi non sia completamente alle spalle, sono in salute. Stanno meglio dei concorrenti europei e si candidano per svolgere un ruolo da volano nella ripresa economica, pronte a favorire «una profonda azione riformatrice dell’intervento pubblico nell’economia», ha dichiarato ieri il presidente dell’Ania Fabio Cerchiai nel corso della relazione annuale dell’associazione.
I nodi da affrontare per il settore sono ancora molti, dall’Rc Auto alla scarsa diffusione delle polizze Danni e agli effetti sul sistema delle nuove regole di Solvency II. Ma, come emerso ieri, tutte le compagnie italiane sono state promosse agli stress test pubblicati l’altroieri dall’Eiopa. Gli assicuratori italiani sembrano quindi più stabili dei concorrenti europei che, come emerso dall’analisi dell’Eiopa, in un caso su dieci avrebbero invece bisogno di iniezioni di capitale nel caso in cui lo scenario economico internazionale dovesse peggiorare. Invece per le imprese che operano in Italia «il capitale in eccesso rispetto al requisito minimo richiesto dalle regole di Solvency II è sufficiente ad assorbire l’impatto in tutti e tre gli scenari ipotizzati», ha fatto sapere il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini. Il momento più difficile per il mercato assicurativo italiano appare quindi alle spalle. Anche il saldo tra minusvalenze e plusvalenze latenti negli investimenti delle imprese assicurative a fine maggio era positivo per circa 1 miliardo.
Per quest’anno il settore dovrà però fare i conti con una raccolta Danni stagnante. Le stime diffuse ieri dall’Ania per il 2011 sono di una raccolta premi totale (Danni e Vita) del lavoro diretto di 122 miliardi, in lieve calo (-2,9%) rispetto all’anno scorso, e l’incidenza di tali premi sul pil sarebbe pari al 7,83%, in riduzione rispetto all’8,13% del 2010. In particolare, nel 2011 la raccolta premi Danni complessiva dovrebbe arrivare a 36,7 miliardi, mentre nel ramo Vita, dopo il boom nel 2009 e 2010, i premi potrebbero ridursi del 5%. Ma nuovi stimoli al settore, come ricordato dal presidente Cerchiai, potrebbero arrivare da riforme utili a rilanciare il sistema economico riducendo il peso dell’intervento pubblico: dal welfare, per cui assicurazioni, mutue e fondi sanitari dovrebbero essere le soluzioni adatte per far decollare la riforma della sanità pubblica, agli interventi in caso di calamità naturali. Quest’ultimo «è un argomento che sembrava entrato tra le priorità di intervento legislativo dopo il drammatico terremoto a L’Aquila e poi è uscito dall’agenda politica», ha ricordato Cerchiai. Insomma il presidente dell’Ania, in occasione della relazione di commiato dalla presidenza dell’associazione (la nomina del successore Aldo Minucci è attesa in occasione del prossimo comitato di luglio), ha ricordato tutti i fronti da tempo aperti per il settore. Senza tralasciare quelli di stretta attualità. Da Solvency II, che le imprese chiedono di rinviare, al problema spinoso dell’Rc Auto e all’avvio l’agenzia Antifrode, di recente licenziata alla Camera e che ora dovrà essere approvata dal Senato. «Così come uscita dalla Camera, senza poteri investigativi e la procedibilità di ufficio, rischia di essere solo un organismo burocratico», ha dichiarato Cerchiai che punta su possibili modifiche al Senato. Mentre in tema di Rc Auto ha puntato il dito contro il costo dei sinistri pagati dalle compagnie in Italia, che è tra i più alti d’Europa ed è cresciuto del 45% in 10 anni. (riproduzione riservata)