Secondo quanto riporta La Stampa, l’iscrizione sul registro degli indagati è stata fatta la scorsa settimana, appena la Consob ha segnalato alla Procura l’atteggiamento reticente di Salvatore Ligresti a proposito delle trattative per la vendita di azioni Premafin ai francesi di Groupama. E giovedì una pattuglia della Guardia di Finanza si è presentata nel suo di Milano per consegnargli un invito a comparire firmato dal pm Luigi Orsi. L’ipotesi di reato è ostacolo alla Consob. Ligresti si dovrà presentare davanti al magistrato per spiegare ciò che non ha voluto dire ai commissari della Consob a proposito delle oscillazioni del titolo Premafin, la holding di famiglia che controlla FonSai, durante le trattative dell’autunno scorso per la vendita di un consistente pacchetto azionario ai francesi di Groupama.
Secondo i rilievi della Consob, era successo che mentre Ligresti trattava con i francesi, il titolo aveva iniziato una strana altalena che lo aveva alla fine fatto crescere di valore. Merito degli acquisti fatti dal bretone Vincent Bollorè, vicepresidente di Generali e uomo chiave dell’establishment finanziario italiano, tanto che il nostro stesso giornale in novembre segnalò come Bollorè fosse salito al 5 per cento di Premafin. Ma con quali azioni? Il sospetto della Procura – scrive il quotidiano torinese – è che la «scalatina» di Bollorè sia passata attraverso un pacchetto di azioni parcheggiate in Svizzera in gestione fiduciaria presso una filiale del Credit Agricole ma controllate attraverso una serie di schermature dallo stesso Ligresti, il quale però ha sempre smentito. Se davvero fosse andata così, sarebbe stato come il gioco delle tre tavolette: mentre Ligresti trattava con i francesi di Groupama, vendeva a Bollorè una parte del suo «tesoretto occulto» per assicurarsi che il titolo Premafin salisse di valore o comunque apparisse molto più appetibile del dovuto in modo che i francesi lo avrebbero pagato al prezzo più elevato possibile. Con l’aggravante che, secondo gli inquirenti, il presunto blocco di azioni «occulte» dell’imprenditore siciliano non è mai stato dichiarato alla Consob e che sarebbe stato proprio Bollorè a portare i francesi di Groupama alla trattativa con Ligresti.