Nel comitato nomine più spazio agli indipendenti. Se il Santander esce i francesi potranno salire a ridosso del 5%. Decisi limiti di età ai vertici
Dopo una lunga maratona di riunioni che ha visto impegnati i grandi soci di Piazzetta Cuccia, ieri Mediobanca ha varato la nuova governance (che dovrà ora andare in assemblea il 28 ottobre), spianando la strada alla compagnia francese Groupama. Prima il patto di sindacato e il cda hanno dato ieri il via libera unanime ad alcune modifiche statutarie tra cui la riduzione dei componenti del comitato nomine – da 6 a 5 – con più spazio per i consiglieri indipendenti. La decisione di fatto riduce il peso degli azionisti nelle nomine dei vertici delle partecipate più importanti del gruppo Generali, Rcs e Telco, a favore di una maggiore autonomia del management. Una svolta che dà autonomia a Mediobanca rispetto ai suoi azionisti concedendo più potere ai manager, soprattutto all’amministratore delegato Alberto Nagel che quel potere se l’è conquistato sul campo: infatti ha avuto il coraggio di affiancare Diego Della Valle nell’attacco contro Cesare Geronzi costringendolo ad abbandonare la presidenza delle Generali. In pratica, si ritorna un po’ al passato, al tempo del grande Enrico Cuccia, anche se il paragone è un po’ azzardato, con una Mediobanca in cui contano di più i manager. «E un buon accordo», ha detto il presidente di Unicredit Dieter Rampl, vicepresidente di Piazzetta Cuccia, sottolineando che «non ci sono state tensioni, come detto da Vincent Bollorè». «Tutto bene» aveva infatti dichiarato il finanziere bretone al termine del direttivo. Intanto, alcune fonti vicine all’accordo di sindacato hanno aggiunto che il nuovo patto di Mediobanca durerà due anni, fino al 2013. Il perimetro del nuovo patto, con il quadro esatto di eventuali disdette o ingressi, sarà definito in una nuova riunione del patto che si terrà a settembre. A oggi – riferisce una fonte vicina al patto – non risultano pervenute richieste di disdette o nuovi ingressi. Per quanto riguarda, invece, le quote nel patto di sindacato, nei giorni scorsi erano circolate delle voci di possibili ostilità nei confronti degli azionisti francesi guidati proprio da Bollorè. Invece, secondo le ultime comunicazioni ufficiali, è stata trovata un’intesa che prevede addirittura una salita dei francesi nell’azionariato e nel patto di Piazzetta Cuccia. La compagnia Groupama, infatti, già azionista con il 3,1%, potrebbe salire fino a ridosso del 5% rilevando la quota del Santander, se la banca spagnola deciderà di uscire dalla partita. Ma oltre a Santander, secondo indiscrezioni anche alcuni soci come Sal.Oppenheim e Commerzbank del gruppo dei soci bancari potrebbero lasciare. Si prospetterebbe così l’ipotesi dell’ingresso di altri partner. Se si verificasse questa opzione, Bollorè ha dichiarato che sarà chiesto un assenso preventivo agli altri membri del patto. «È normale – ha detto – chiedere agli altri membri del patto, lo fanno anche gli altri gruppi. È normale che il gruppo C vada all’11% e presenti i soci che vuole avere nel patto agli altri membri». Altra decisione importante: in un paese dominato dalla gerontocrazia, Piazzetta Cuccia ha deciso di fare un passo nella direzione opposta: introdurrà, infatti, dei limiti di età per i suoi vertici. I consiglieri non patranno avere più di 75 anni, il presidente più di 70 anni e l’amministratore delegato più di 65. Così Piazzetta Cuccia, che in passato era controllata dallo Stato attraverso l’Iri, recupera, in parte, una regola di quei tempi che impediva a qualunque manager dell’istituto di restare in carica oltre 65 anni.