Maggiore autonomia dei manager e limiti di età per vertici e Cda. Sono questi i temi principali emersi da un’intensa giornata di riunioni che hanno riguardato il patto di sindacato di Mediobanca (direttivo e assemblea) e il comitato remunerazioni, il comitato esecutivo e il Cda di Piazzetta Cuccia.
Il consiglio sottoporrà infatti alla prossima assemblea ordinaria e straordinaria prevista per il 28 ottobre l’incremento da 2 a 4 del numero minimo di consiglieri indipendenti e la diminuzione da 6 a 5 dei consiglieri (di cui 2 indipendenti) per il Comitato Nomine. Il Cda proporrà inoltre ai soci l’introduzione di limiti di età per i consiglieri (75 anni), per il presidente (70 anni) e per l’a.d. e il d.g. (65 anni).
Sarà invece variabile, da 5 a 7, il numero dei componenti che siederanno nel Comitato per le Remunerazioni (attualmente 7), mentre l’assemblea avrà la facoltà di ampliare fino a 5 (attualmente 3) il numero dei componenti il Comitato per il Controllo interno.
All’assemblea sarà poi proposto il rinnovo dell’attuale delega al Cda della facoltà di aumentare a pagamento e/o gratuitamente il capitale sociale per 100 milioni di euro nominali massimi, e di emettere obbligazioni convertibili in azioni ordinarie e/o cum warrant, per un importo massimo di 2 miliardi.
Novità infine sulle partecipazioni del patto di sindacato. L’assemblea ha infatti stabilito che qualora Santusa Holding notifichi la disdetta al patto e affidi a Mediobanca l’incarico di procedere alla vendita delle proprie 15.835.709 azioni, Groupama avrà la facoltà di apportare al patto le proprie 15.774.693 azioni attualmente non vincolate (1,83% del capitale sociale). I francesi detengono già nel gruppo C una partecipazione pari al 3,1% e quindi, esercitando tale facoltà, potrebbero salire al 4,93%.