Il fondo del settore edile Prevedi ha introdotto una nuova modalità di adesione senza l’obbligo di versare la liquidazione. Una soluzione per attirare gli iscritti
di Carlo Giuro
La previdenza integrativa non può essere una soluzione svincolata dalla realtà lavorativa cui si rivolge. Occorre allora ideare, nei limiti della normativa vigente, una soluzione dedicata ai lavoratori del settore delle costruzioni. Il settore edile è infatti caratterizzato da una elevata mobilità occupazionale e da una realtà produttiva molto frammentata. Per questo sono state costituite le Casse edili, enti territoriali amministrati in modo paritetico dalle associazioni di categoria rappresentanti i datori di lavoro e i lavoratori, con funzione assistenziale e mutualistica nei confronti dei lavoratori stessi. Le Casse edili supportano Prevedi tramite la raccolta delle adesioni e delle contribuzioni e l’invio al fondo pensione dei rispettivi flussi informativi, oltre che nell’attività di prericonciliazione delle contribuzioni. Ma qual è lo stato dell’arte di Prevedi e quali sono i tratti di innovazione? Milano Finanza ha incontrato il direttore generale, Diego Ballarin. Domanda. Come procedono le adesioni? La crisi economica ha avuto effetti? Risposta. L’elevata mobilità occupazionale tipica del settore edile comporta per Prevedi un numero di posizioni in uscita, in modo particolare per riscatto, fisiologicamente alto, specie se confrontato con quello di altri fondi pensione. Certamente la crisi economica, con effetti particolarmente severi nel settore delle costruzioni, ha accentuato questo fenomeno, producendo nel contempo una diminuzione delle nuove adesioni. In molti casi il lavoratore, dopo aver riscattato la posizione, si reiscrive nuovamente a Prevedi, una volta rientrato nel settore edile. Complessivamente, il numero delle posizioni in uscita è, al momento, superiore a quello delle nuove adesioni. D. Avete recentemente introdotto l’innovazione legata alla non obbligatorietà di versare il tfr, come nasce l’idea e come è stata percepita dagli aderenti? R. L’idea trae origine dalla ricordata mobilità occupazionale tipica del settore edile, che costringe spesso i lavoratori ad utilizzare il Tfr come elemento di continuità retributiva nei frequenti periodi di inoccupazione. Per tale motivo si è ritenuto che l’obbligo di immobilizzare il tfr nel fondo pensione potesse rappresentare un disincentivo all’adesione. La nuova modalità di adesione senza la quota contributiva tfr è stata introdotta nel mese di settembre 2010: nei primi mesi del 2011 il numero di nuove adesioni è aumentato di circa il 50% rispetto agli stessi mesi del 2010. Tra le nuove adesioni, quelle prive di tfr sono pari, in media, al 25%. Purtroppo la diffusione dell’informazione previdenziale nel settore edile appare molto difficile, vista la parcellizzazione del tessuto produttivo e il ridotto numero medio di dipendenti per ogni azienda, difficilmente raggiungibili. D. Avete interesse per l’azionariato attivo ? R. Interessante e anzi auspicabile potrebbe essere, invece, una riflessione comune tra più fondi pensione negoziali, ad esempio per il tramite di Assofondipensione, per l’esercizio di un azionariato attivo condiviso e concordato nelle modalità e negli intenti. D. Come rilanciare la previdenza integrativa nel nostro Paese ? R. Il presidente della Covip Antonio Finocchiaro in passato ha ricordato che la contrattazione collettiva, nell’impossibilità di realizzare forme automatiche generalizzate di adesione tramite il conferimento del tfr (per le quali si renderebbe necessario l’intervento del legislatore), possa comunque realizzare tali forme tramite il versamento di contribuzioni a carico del lavoratore e del datore di lavoro. La possibilità di aderire alle forme pensionistiche complementari per effetto di automatismi introdotti a livello di contrattazione collettiva, salvo l’eventuale ripensamento del lavoratore (per salvaguardare il principio della libertà di adesione) rappresenta, a mio giudizio, la soluzione in grado di superare la fase di stallo in cui si trova oggi, sotto il profilo delle adesioni, la previdenza complementare in Italia. Una tale soluzione, anche se realizzata con un livello di contribuzione inizialmente molto modesto, avrebbe il fondamentale effetto di rendere l’adesione ai fondi pensione un fenomeno diffuso e generalizzato. (riproduzione riservata)