La banca (che ha tagliato il target a 16) mette in chiaro la relazione inversa tra il titolo e la solidità percepita del Paese. Nella City si parla di timing sospetto

 

Jp Morgan spinge Generali sul tavolo delle scommesse-Paese. In un report a cura di Andreas de Groot van Embden, la banca americana (che ha abbassato il target price da 18 a 16 euro e confermato il rating neutral), mette in luce debolezze e potenzialità della società definita «il miglior procuratore per il contagio», essendo «uno dei titoli più sensibili sia per la crisi del debito sovrano sia per le implicazioni per il settore finanziario attraverso tutti i suoi portafogli d’investimento, governativo, corporate e di equity. L’esposizione sovrana di Generali è principalmente concentrata in Europa con l’Itala che pesa per lapercentuale maggiore». Insomma, dopo che i vigilantes obbligazionari europei hanno cominciato guardare oltre la Grecia, ponendo il focus proprio sull’Italia (basti pensare all’attivismo verso Unicredit, Mps, Intesa ed Enel che regnava la scorsa settimana su Sigma X, dark pool di Goldman Sachs, stranamente in anticipo di pochi giorni dal report a mercati aperti di S&P’s), JP Morgan fa il tagliando al gruppo assicurativo, a partire dalla ratio di leva 26 a 1 che caratterizza il suo stato patrimoniale, con 10 miliardi di euro di capitale tangibile (esclusi i 10,7 miliardi di assets intangibili) e un’esposizione obbligazionaria in area euro pari a 262 miliardi di euro. Per la banca d’affari, insomma, Generali rappresenta più o meno una scommessa al contrario rispetto alla solidità percepita del Paese, visto l’andamento discrasico tra price performance del titolo e valore del cds sul default italiano di un’emissione in dollari a 5 anni, ossia un Btp quinquennale: come sale il rischio Paese, scende il titolo Generali. Per Jp Morgan, «un ammortamento sull’esposizione al debito greco in linea con gli attualiindici non avrà alcun incremento nell’impatto sulla ratio di solvibilità del gruppo visto che il debito è già incluso a marketvalue», ma «ulteriori scossoni nel valore deldebito sovrano, in particolare italiano e spagnolo, continuaranno adavere effetti sul TNAV (attualmente l’esposizione netta e lorda pesaper il 14 per cento) e la solvibilità fino a quando la situazione nonsi stabilizzi». Insomma, l’essenza del messaggio che Jp Morgan pare voler lanciare attraverso il report è questa: chiunque voglia scommettere sul contagio che si sta sviluppando e sul risveglio del vigilantismo obbligazionario, sia attraverso l’equity sia i cds, trova in Generali il procuratore (proxy) migliore, visto che finché il debito sovrano sarà il driver dei mercati, il Leone sarà un indicatore/anticipatore di tendenza.
Ma c’è anche un messaggio occulto nella scommessa della banca d’affari, ovvero la voce che rimbalza insistentemente nella City in base alla quale sarebbero imminenti le dimissioni di Giulio Tremonti, ipotesi prospettata chiaramente dal Guardian di ieri e ripresa con enfasi dal sito specializzato Zerohedge, che dedicava all’indiscrezione un finale sibillino, ma non troppo: «Se Tremonti decidesse di premere il detonatore e dimettersi, i cds di Generali diventerebbero molto utili».