L’ANIA ha realizzato la consueta indagine statistica annuale, che ha riguardato gli anni di esercizio dal 2007
al 2009 ed è stata alimentata da un campione di 50 imprese operanti nel settore, con una rappresentatività pari al 74% (in termini di premi 2010) dell’intero mercato vita.
Sono state analizzate distintamente due tipologie di contratto: quelle di capitale con opzione di conversione in rendita (1° gruppo) e quelle di rendita differita (2° gruppo). Per ciascuna di queste tipologie sono stati calcolati alcuni indicatori statistici allo scopo di misurare il fenomeno del ricorso alla rendita vitalizia, sia in termini di numero di contratti sia in termini di importi maturati a scadenza.
Nel triennio analizzato (2007-2009), il capitale medio di tutti i contratti giunti a scadenza, è stato pari a 18.425 euro, di cui 17.838 euro relativamente a contratti di capitale e 24.961 euro relativamente a capitali di copertura dei contratti di rendita differita.
Relativamente ai contratti che hanno dato luogo al pagamento della rendita, l’importo medio complessivo dei capitali di copertura è stato pari a 32.746 euro: nel dettaglio, i contratti di capitale hanno registrato un ammontare medio pari a 25.033 euro, inferiore rispetto a quello dei contratti di rendita differita (35.668 euro). Tuttavia negli ultimi due anni analizzati l’importo medio dei contratti di capitale è aumentato significativamente arrivando ai livelli di quello dei capitali di copertura delle rendite differite.
La propensione alla rendita – cioè il rapporto tra le rendite attivate (sia come numero che come importo) e i contratti in scadenza – conferma il numero piuttosto contenuto di opzioni esercitate, specialmente per quanto riguarda i contratti stipulati in forma di capitale.
In tutto il triennio 2007-2009, il numero complessivo dei contratti (di capitale e di rendita differita) giunti a scadenza è stato pari a 2,3 milioni per un ammontare di 42,0 miliardi di euro; la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata, in termini di numero di contratti, dello 0,460% (0,562% negli esercizi 2006-2008), mentre, in termini di importi, dello 0,818% (1,014% negli esercizi 2006-2008).
In particolare, a fronte di 2,1 milioni di contratti di capitale giunti a scadenza, nel triennio 2007-2009 la propensione alla rendita è stata dello 0,138%, in calo rispetto allo 0,228% relativo agli esercizi 2006-2008. In termini di importi, la somma dei capitali giunti a scadenza è stata pari a 37,3 miliardi di euro, di cui solo lo 0,193% (0,311% negli anni 2006-2008) afferente a polizze che hanno esercitato l’opzione di rendita. Alle riduzioni osservate nel tasso di propensione vi ha contribuito particolarmente il risultato registrato da alcune grandi imprese che hanno confermato una notevole diminuzione delle opzioni negli anni 2008 e 2009.
Riguardo ai contratti di rendita differita, a fronte di 188 mila polizze giunte a fine differimento, il 4,054% ha visto l’erogazione di una rendita (3,969% negli esercizi 2006-2008), mentre, dei 4,7 miliardi di euro costituenti i capitali di copertura, il 5,794% (6,202% negli anni 2006-2008) ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita.
Attraverso lo studio del coefficiente di variazione, ossia l’indice di dispersione che permette di valutare la variabilità dei valori oggetto di studio in ragione della media, si osserva una volatilità di propensione alla rendita per impresa maggiore nei contratti di capitale rispetto a quelli di rendita differita. Rispetto alla valutazione precedente (2006-2008), si registra, per i primi, una significativa diminuzione del coefficiente mentre, per i secondi, una sostanziale stabilità del valore soprattutto in termini di importi maturati a scadenza.