Nel 2010 l’ex IPSEMA ha registrato 1.268 denunce di infortunio per eventi avvenuti in circa il 97% dei casi (1.227 eventi) sul luogo di lavoro, ossia a bordo delle navi, e nel rimanente 3% (41 eventi) durante il percorso dall’abitazione del marittimo alla nave e viceversa (infortuni in itinere).
Gli infortuni sono risultati in diminuzione dell’1,9% rispetto al 2009, a fronte di un’occupazione stabile. La percentuale di diminuzione rilevata deriva dal calo degli infortuni sul luogo di lavoro (-2,9%) abbinato all’aumento degli infortuni in itinere (+41,4%), che sono comunque rimasti poco numerosi. La categoria del trasporto passeggeri rappresenta oltre il 51% degli infortuni sul luogo di lavoro avvenuti nell’anno ed è l’unico settore, tra i principali, per il quale si sia rilevata una riduzione del numero di infortuni (60 casi, pari all’8,7%).
Gli infortuni mortali sono stati cinque (tre sul luogo di lavoro e due in itinere), contro i sette rilevati del 2009, e sono avvenuti tutti nella pesca, settore nel quale negli ultimi dieci anni è stato rilevato quasi il 68% degli infortuni mortali dell’intero comparto della navigazione gestito dall’ex IPSEMA, soprattutto a causa dei naufragi, che mettono a rischio la vita dell’intero equipaggio. La quota di infortuni a carico del personale
di sesso femminile, che risulta impegnato quasi esclusivamente nel trasporto passeggeri/turismo, nel 2010 si è attestata al 2,6%.
Gli infortuni per circa il 95% hanno colpito marittimi di nazionalità italiana; la restante quota è rappresentata soprattutto da lavoratori di nazionalità tunisina, presenti per la quasi totalità nel comparto della pesca, e da marittimi di nazionalità romena. Tra luglio e settembre, mesi di intensa attività del trasporto passeggeri, si è verificato circa il 36% degli infortuni.
Fonte: INAIL